Solo
un amico?
Di
più, se c'è un pezzo della nostra vita che va via con lui.
Vagonate
di ricordi, di viaggi, di risate, di cene, di musei, di nuotate, di
passeggiate in montagna alla scoperta di orchidee selvatiche ed
asparagi introvabili, tra fotografie ed infinite discussioni tra
calcio, cinema e politica.
Enzo
non aveva internet ma era la nostra enciclopedia vivente.
Non
prendeva l'aereo ma conosceva mille posti ed alla vigilia di ogni
nostro viaggio sapeva dirti esattamente cosa andare a visitare.
Non
aveva arredato casa di mobili, ma di amici.
E
di attenzione costante verso tutti.
Non
era un cuoco ma gestiva un ristorante: casa sua.
Da
Enzo ar tredicesimo, l'avevo ribattezzato.
Una
cena sempre pronta e quattro chiacchiere distensive a disinnescare
stress e malinconia.
Una
vita a lottare con un destino che, lui sapeva,
avrebbe
presentato il conto.
Ma
proprio per questo, una vita piena, con le impuntature e le
cocciutaggini che ben gli conosciamo, ma con una generosità, una
simpatia ed una franchezza particolari.
Solo
un amico? Molto di più.
“Papà”
lo chiamava Luisa, adottata scherzosamente in un tempo che sembra
lontanissimo ma è come fosse oggi, adesso.
Mi
piacerà immaginarlo assorto davanti al suo acquario.
Ma
senza più affanno.
E
con un occhio sorridente su chi gli voleva, e gli vuole,
un
gran bene.
Ciao
Enzo.
E chi se lo dimentica? La passeggiata domenicale, la frittata con gli asparagi, le lezioni di botanica, i famosi funghi di cui era conoscitore esperto ,le foto rituali, i consigli nei campi più disparati. Ci ha lasciato una grande eredità di vera amicizia ( senza retorica)
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