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domenica 10 aprile 2022

LICORICE PIZZA (QUASI MEGLIO QUELLA ALL'ANANAS..)

Licorice pizza, al pari di una americanissima pizza impiastrata, rischia di produrre nausea; addirittura la colonna sonora, una dei pochi elementi che si salvano, finisce per infastidire coprendo, spesso a sproposito, i dialoghi;  storia romanzata che si riduce ad una scollata serie di sketch intrisi di American Graffiti, un variopinto divertissement  dove giusto Bradley Cooper mette una firma personalissima, al contrario di Sean Penn che sembra passare per caso.

Bradley Cooper sempre più mattatore..

Alla fine, questo sfilacciato tira e molla tra un esuberante quindicenne cicciottello e un’anonima venticinquenne che vorrebbe solo evadere dalla sua vita ancora più anonima, inanella momenti tra l’assurdo e lo stravagante, spaccati di vita fin troppo spaccati, offrendo una carrellata continua di faccione che tracimano lo schermo e siparietti più o meno (molto più i meno) acchiappanti (coi proprietari del ristorante giapponese mi sono tagliato, a dir la verità, anche se pare che scimmiottare la cadenza nipponica abbia creato subito qualche recriminazione).

Il tutto ripercorrendo la vera storia di Gary Goetzman, uno dei più grossi produttori cinematografici in circolazione e collaboratore di Tom Hanks; sicuramente un piccolo genio, ed in grado, all’epoca, di precorrere i tempi (mise su realmente una vendita di materassi ad acqua e un Palazzo dei Flippers) e innamorarsi di una ragazza per forza “più vecchia”, quell’Alana - musicista nella realtà e già conosciuta da PTA - invero abbastanza insipida  e capace di giusto tre o quattro espressioni facciali ricorrenti e che nel film vaga perennemente immersa nella sua indecisione, rivestita di entusiasmi fragili, come quando gira irrealmente in costume all’inaugurazione dei materassi ad acqua.


Il figlio di Seymour, Cooper Hoffman, se la cavicchia, lo vediamo spesso sornione  o mentre corre al ralenty, comunque in preda al sogno americano (epicentro del film), per fare soldi o baciarsi una venticinquenne.
Può davvero bastare tutto questo mischiume frenetico? Leggo di gente a bocca aperta solo per la guida di un camion in (folle/discesa) in retromarcia.. davvero serve che ci recapitino da epoche spensierate la semplicità, la freschezza, l’incoscienza? Siamo davvero così nostalgici? Possiamo davvero sorprenderci di un’aneddotica costantemente fuori le righe?
In fondo un nuovo embargo lo rivivremo a breve e di politica fasulla, siamo già maestri.

18 commenti:

  1. Di certo PTA ha fatto film migliori e le aspettative possono essere facilmente deluse. A me non è dispiaciuto del tutto, ma io non faccio testo dato che non disdegno pizza o pollo con l'ananas :-D

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  2. Non l'ho visto e non credo lo vedro, ma la risposta ai tuoi dubbi finali probabilmente è si. C'è bisogno di evadere, sognare e anche la nostalgia prr tempi idealizzati è una via di fuga.

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    1. ..che poi è un sogno che riversiamo dappertutto, dai fumetti ai supereroi, costringendoli alla nostra mediocrità..

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  3. Non l’ho visto per cui non posso giudicarlo. Per rispondere alla tua domanda finale, credo di sì, siamo diventati molto nostalgici e forse ci emozionano anche sciocchezze appartenenti al passato perché sempre più spesso i nostri giorni non hanno più nulla da raccontare, non hanno più nulla che stupisce.

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    1. Purtroppo i nostri giorni stanno stupendo eccome. In negativo.

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  4. Io non conosco questo film , perciò non posso dire niente in merito. Io , in genere, guardo al futuro, però , ogni tanto ripenso anche al passato e mi manca la semplicità di una volta, le cose belle del passato che non torneranno più. Buona domenica.

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    1. Il sogno americano esiste, qui lo si celebra scientificamente..

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  5. Non o se ci sia qui un intento nostalgico, in realtà.
    Non l'ho percepito, non hanno calcato la mano su questo aspetto.
    Hanno solo romanzato e... raccontato molto sopra le righe, una storia vera.
    A me è piaciuto moltissimo, vorrei altri film -altre storie, così: semplici, genuini, "tranci di vita", quotidiani.

    Moz-

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    1. E' che percepisco l'eccesso di sopra le righe come una mancanza di fiducia verso il fruitore, un voler convogliarne quasi a forza sensazioni e meraviglia, truccando proprio quel genuino che a te, come a me, piacerebbe avvertire sempre. In autonomia.

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  6. Non ha fatto impazzire nemmeno me. Forse cercavo più profondità, magari non l'ho visto con lo spirito giusto... ho apprezzato però moltissimo la regia e gli interpreti.

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  7. Non conosco e quindi mi fido delle tue considerazioni. Ciao Franco se ti va passa da me ho intenzione di riprendere…😉

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  8. Ne ho sentito parlare ma non ne sono neanch'io particolarmente attratto. Tu poi avendolo già visto ne hai fornito un giudizio critico assai più consono e ragionato del mio e mi fido.

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    1. Il cinema è strumento ad altissima soggettività, sia chiaro. Quando cerco di sviscerarne elementi oggettivi, solletico comunque differenti personalità e modalità di ricezione.. certo più universale di un Drive my car, ad esempio..

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