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lunedì 19 agosto 2013

PERSEGUITATO



Perseguitato da una storia d'amore? Ridicolo ma spietatamente autentico. Mesi di fughe, falsi spostamenti, appuntamenti a vuoto, addirittura il cambio di numero di telefono: non era servito a niente, ed ora fuggire stava diventando faticoso, e la sua esistenza, cosi blanda e poco movimentata era stata il nido ideale per quell'embrione di grande amore, umida come una serra.

Ora che doveva essere curata ed alimentata la storia vedeva il suo artefice scaraventarglisi contro, scacciarla, inventare mille espedienti per farla finita.



Lui era disperato. Si era costruito una prigione che immaginava dorata. Ora pretendeva solo la sua libertà.

Lei, la storia d'amore, letteralmente trascurata, evocata con grazia e discrezione, si era innamorata come davanti un tramonto che si liquefa all’orizzonte..
Se di amore si era trattato avrebbe dovuto trionfare come nelle migliori e classiche tradizioni. Del resto era lui che aveva cominciato.




Anche se ora si sentiva defraudato, in qualche modo costretto a condizioni che non dettava più lui. La sua vita era divenuta un'apprensione continua, non che fosse divertente prima, ma la linea piatta che la contraddistingueva assicurava emozioni e sorprese già catalogate, senza imprevisti, a denominazione d'origine controllata. Ora doveva far fronte ad una serie di eventi incontrollabili, la sera allo specchio faceva fatica a riconoscersi, e poi negarsi al telefono, guardare la tele col volume bassissimo a luci spente, erano scene da bassa operetta, al di fuori di ogni plausibile realtà. Che stesse impazzendo? Ma la pazzia sarebbe stata riconoscibile nella sua irrazionalità, ciò che gli stava accadendo invece lo terrorizzava lucidamente.




Le storie d'amore sono famose per la loro caparbietà, la loro insistenza, ma questa nostra stava abbandonando il gioco, si era sentita viva e desiderata, aveva messo tutta se stessa in gioco, prevedendo anche una lieve diffidenza iniziale, ma mai poteva immaginare di essere abortita sul più bello. Quando comprese ciò che irrimediabilmente era successo, la crisi di pianto l'attanagliò e decise che doveva farla finita definitivamente, abbandonare l'ingrato che non voleva più saperne di lei e trovare rifugio altrove, dove non tentassero vili esorcismi.



Lui, ora, era di nuovo lui, solo davanti al suo specchio vuoto, senza più i fremiti che lo preoccupavano. 
Innamorarsi di se stesso lo aveva sconvolto e per salvarsi aveva dovuto cominciare ad odiarsi con certosina metodologia ma non finì di pensarlo che lo specchio volò in frantumi spaccato da un suo pugno.








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