Immagina
una città magica, con un tocco di magia in più. Puoi scorgere
folletti al mattino presto coi passi attutiti dalla neve in Piazza
dell’Orologio.
Il
freddo incanta le vie ed il freddo srotolato guadagna tempo nascosto
dietro gli angoli. Potrai passeggiare con le storie che sbucano dai
muri dimessi, ad accompagnarti nell’alba livida.
Non
sarai tu a sognare ma verrai sognato ad ogni svolta, una città già
sospesa nell’incanto acquisirà una dimensione soffusa.
Il
cielo t’inghiottirà assieme a guglie e ponti e cimiteri
bisbiglianti, non distinguerai che radi orpelli nella nebbia sporcata
di timida neve ed orme caute.
Ora
immaginala, un’attesa di città magica, con ancora un tocco di magia
in più.
C’è
una Praga di nebbia
che
non ho visto,
di
ponte deserto
e
statue a sussurrare,
di
gotico indiscreto
e
scale mai percorse.
C’è
una Praga sempre sognata,
ragnatela
di labirinti,
dove
il tempo è gelato
in
perenne tramonto,
la
notte smania inquieta
ed
il giorno, ormai,
memoria
sgretolata.
C’è
una Praga brulicante
di
fiaba appena sfogliata
persiane
vive
che
ti raccontano le strade,
vetrate
in disordine
a
colorare l’anima.
E
c’è un mio ricordo,
sfuggito
al bagaglio,
rimasto
a disegnarsi
tra
arco e crocevia.
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