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martedì 30 gennaio 2024

LA DIMENSIONE DEL RACCONTO

 


Ma poi perché?

Dimensioni o struttura? Word o cartaceo?
Magari solo la cosa narrata. Vissuta o creata.
Il tono di scrittura.
Morbido, colloquiale, contemplativo,
arcigno, coinvolgente, incorporeo.
Gli elementi narrativi.
I
ntroduzione, sviluppo, conclusione.
La lunghezza del testo.
Breve, lungo, medio, corto.
Il tempo della storia e della novella insita.
Coincidono? Uno prevarica l’altro?

La persona.
Prima, terza, astratta, mischiata; devono esserci persone?
Chi nota le personalità, e il loro peso specifico, lo spessore?  
Ma poi perché il foglio?
Posso scrivere sul cellulare?
E nel parcheggio del Conad?
Poi cosa narro?
Di che?
A chi? A Voi? A me?
E con che tono, misura, lentezza.
E gli a capo? I periodi? I dialoghi?

E lo stile?
L’espressione è semplicemente discorsiva, raccontante, narrativa, senza sbalzi, continua, filante, dalla grammatica generativa?
E le regole sintattiche e lessicali, i sintagmi, la forma fonetica?
..non lo so, a cominciare comincia ma poi finisce, finirà, anche se prima sviluppo, poi anticipo la fine e magari introduco, giusto alla fine, un po’ a sorpresa.

Ma poi perché?



42 commenti:

  1. Tratto da "una giornata qualunque di un blogger"?

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  2. Perché narrare, scrivere, in fondo, ci tiene in vita, o meglio tiene l’anima in vita. Altrimenti perché ? È una follia ? A volte lo sembra

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    1. La chiave che vado pubblicizzando al mondo. Tenersi in vita. Un respiro, un battito, un rigo. ;)

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  3. non dico che si debba scrivere di getto, in mente bisogna avere uno schema da seguire, oltre a una storia da raccontare. Però troppa teoria finisce col paralizzare la fantasia.
    ml

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    1. Tu sei maestro di entrambe: disciplina e irrealtà magicamente complici ;)

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  4. Per me un sintagma con poco zucchero.

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  5. Buongiorno Franco.
    Il post è il programma della tua Scuola di Scrittura (anche creativa)?
    Dove devo firmare per iscrivermi?
    A.

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  6. Erri de Luca ha scritto, qualche anno fa, un libriccino di poche pagine che si intitola “Tentativi di scoraggiamento (a darsi alla scrittura). Risponde alla lettera di una ragazza che gli chiede notizie circa la propria spinta a scrivere. Lui non le indica alcuna direzione né le fornisce alcun equipaggiamento, ma solo qualche semplice consiglio come leggere molti libri, studiare un’altra lingua, non frequentare corsi di scrittura, non mandare opere a scrittori famosi, difendere sempre il diritto di parola e di scrittura, piantare almeno un albero da cui produrre carta, consigli questi che potranno essere una “scarica micidiale per l’incerto o cartucce a salve per l’ostinato”. Scrivere, dice Erri de Luca, non è un percorso tratteggiato da puntini: riuniscili in punta di matita e apparirà l’immagine. Ma un vagabondaggio solitario attraverso il quale, nel perdersi e nel ritrovarsi, avviene il perfezionamento o la disfatta.

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    1. Tifo per il vagabondaggio solitario che non prevede perfezionamento o disfatta ma solo..

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  7. Perché scrivere è complicato. Formulare i pensieri è semplice, spesso automatico, ma poi dargli una vita, renderli intellegibili o solo formulabili in qualunque modo, è un viaggio che attraversa tutto quello che hai detto: stile, forma, struttura, grammatica... E se non sei attrezzato per questo viaggio meglio scegliere di fare altro.

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    1. Con l'attrezzatura scali le montagne, senza puoi passeggiare nella radura immaginando la vetta. ;)

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  8. Che bello ciò che ha scritto Pino. Mi piace tantissimo. 😍
    Interessante vedere chi ha esperienza nella scrittura, quella vera, come te che mostra gli schemi di una realizzazione con in sé dubbi, incertezze, chiarimenti... e tanto altro. Quasi un gioco messo in atto.
    È stato meraviglioso leggerti anche questa volta. Grazie Franco!

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    1. Un gioco necessario se lo trovi, lo avverti, vitale, ma spesso mi lascio andare alla semplice voglia di soddifare un istinto che se ne frega di ogni presunta regola, di un indirizzo che spesso spinge a scrivere ma poi segue curioso derive cui solo la penna offre agganci improvvisi, svolte e soluzioni a sorprendere noi per primi. Ecco la bellezza, la "necessità"..

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  9. Troppe domande, temo. È un mondo di palline nella testa che a volte preme per uscire. E quando preme è bene lasciarlo uscire e che vada pure dove crede

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    1. Infatti.. le troppe domande riunite, riassunte, compresse alla fine in una sola, l'iniziale e la finale.

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  10. A volte scrivere di getto è l'unico modo per riuscire a scrivere del tutto!

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    1. Oh Dio sa quanto ricorreggo, ma è solo un dissodare terra piovuta dal cielo.

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  11. Io non mi pongo così tanti interrogativi. Io seguo la musica. Il discorso deve "suonare bene", non dare fastidio all'orecchio, scorrere fluido ed essere chiaro.

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    1. Il suono si.. infatti ad ogni rilettura ti stona qualcosa, fino a quel punto che mette tutto a tacere. E poi un nuovo suono arriva da chissà dove..

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  12. Perché? perché è un giocho e fa piacere giocare, giocare con le parole, che danzano tra loro.

    podi-.

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  13. Però manca il finale, ovvero in ultima riga: "Risolvi ogni dubbio con il nostro corso di scrittura creativa alla modica spesa di 50 euro a lezione!"

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  14. Senza porsi troppi problemi scrivere qualcosa sui propri pensieri da soddisfazione a se stessi e talvolta anche ad altri.
    Un caro saluto

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    1. Tiferò sempre per la soddisfazione verso se stessi.. fondamentale! ;)

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  15. Il cartaceo ha più fascino ma ormai si scrive tutto sul digitale, fosse anche solo per comodità o per un maggior senso di "archiviazione".
    Io comunque scrivo e basta, ovunque e comunque. Baci.

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    1. Il cartaceo quasi sempre un passaggio intermedio.. così puoi scivere in fila dal medico, in un parcheggio, a casa dei miei.. fermo sul Grande Raccordo Anulare.. ahahah

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  16. Scrivere per me è un modo per riflettere in me stessa e poi, se riesco ad esternare, è una meraviglia!

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    1. Sono d'accordo, anche se la meraviglia viene prima, quando rifletti scrivendo.. ;)

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  17. La voglia di narrare e fantasticare anche, e non ti dico altro perché ben sai a cosa alludo.. ;)

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  18. A volte ho scritto una frase anche sul retro di uno scontrino del supermercato perchè sentivo di scriverla....certo non sono brava come te e poi quelle frasi spesso rimangono solo chiuse in una vecchia scatola di latta del caffè appartenuta a mia nonna non le pubblico sono li per me e ogni tanto le leggo e basta possono commuovermi o farmi ridere ma sono li Ciao giagguaro

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    1. Tu hai sensibiltà da vendere..scrivi ogni volta che vuoi e dove ti capita.. pensieri meravigliosi magari, che riscoperti un giorno per caso, poi, potranno farti sorridere, e rinfrancare anche noi..

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  19. Bella domanda... ci chiediamo sempre perché, siamo lì a cercare un senso, ma ci ritroviamo alla fine sempre a scrivere con passione :)

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