LA MIA PAGINA FLICKR

domenica 10 ottobre 2021

E.I.T.R.D. DA UN'INIZIATIVA DI DANIELE VERZETTI

E.I.T.R.D.

..e continuano a morire donne.

Mai come quest'anno in Italia. Uccise da maschi malati, uomini cresciuti male, distorti, convinti del loro potere, delle loro proprietà.

Con certezze astruse nella mente, che magari li portano anche a scandalizzarsi dei talebani che vedono in televisione, ma in un'ottica lontana, una percezione ovattata disegnata a loro uso e consumo.

Poi accade qualcosa che sconvolge la loro quotidianità, il loro orticello con la palizzata attorno, il loro limitatissimo livello di vita elementare.

E all'improvviso possono uccidere e uccidersi, non trovano differenza tra togliere e togliersi la vita. E questo è un peccato, altrimenti potrebbero uccidersi loro e basta, creando molto meno disagio. 

Il loro mondo è dentro la palizzata che circonda il giardino di casa.

Ma c'è una palizzata invalicabile che hanno eretto tra cuore e cervello, in secoli di educazione mancata, di amore mai sfiorato, di mentalità gretta. 
Una palizzata fatta di ignoranza gigante, palpabile, di pulsioni preistoriche, cui purtroppo contribuisce anche la nostra società, il nostro attuale stile di vita e pseudo insegnamento, incapace ancora di attivare segnali di allarme in cervelli rudimentali, che crescono con sentimenti malati e fasulli. Credendo davvero, in una contorta buona fede, di stare dalla parte del Giusto.

Dobbiamo contribuire tutti a far evolvere l'uomo, il maschio, a questo punto anche con punizioni esemplari, perché tanti non contemplano alcun livello evolutivo, ma percepiscono la pena. 

E castigo sia allora. 

29 commenti:

  1. E' difficile dal punto di vista del Diritto penale cambiare la pena tra l'uccidere un uomo o una donna. Sarebbe contrario alla Costituzione.
    A volte chi ammazza è completamente *fuori di testa* e arriva a suicidarsi. Che pena si può dare in questo caso. L'ergastolo a chi si ammazza?
    Il problema è uscire dal tempo del medioevo e tornare alla civiltà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chi si ammazza dovrebbe farlo prima. Chi non si ammazza dopo, va chiuso in carcere duro con grandissima risonanza mediatica.

      Elimina
  2. Giustissimo, da un lato efficacia, durezza e certezza della pena dall'altro azione di educazione fin da piccolo del maschio al rispetto della donna.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Corcati, de brutto, fin da piccoli, alla minima mancanza di rispetto.

      Elimina
  3. In realtà sarebbe semplicissimo, basterebbe mettere pene più severe in generale. Proprio l'altro giorno il figlio di Alberica Filo Della Terra esprimeva il suo sdegno constatando che l'assassino di sua madre, oltre ad aver mentito per anni, torna in libertà dopo dieci anni di carcere... In qualunque altro paese (non necessariamente gli Stati Uniti, ma anche altri paesi europei) avrebbe scontato l'ergastolo. Allo stesso modo ricordo un servizio sul TG2 quando la polizia rumena arrestò un loro concittadino che aveva commesso uno stupro in Italia, e alla domanda del cronista Rai se avrebbero preso le necessarie precauzioni per evitare che fuggisse mentre era "in libertà vigilata" il commissario rumeno fece una faccia sorpresissima e rispose semplicemente che per l'autore di uno stupro non c'era libertà vigilata.
    Il problema di questo paese - che si estende anche alla violenza sulle donne - è che ogni aggravio di pena viene considerato "demagogico, populista e fascista" dalla sinistra cattocomunista mentre urlato a gran voce dalla destra chiacchierona... solo urlato, nel senso che poi quando governano loro non soltanto non fanno alcuna modifica alle leggi penali, non soltanto omettono di costruire nuove carceri (e senza ulteriori celle disponibili di fatto condoni e libertà vigilata diventano la norma per evitare il sovraffollamento e condizioni invivibili all'interno delle carceri), a volte finiscono addirittura col depenalizzare, esattamente come i cattocomunisti.
    L'Italia purtroppo non è la Svezia, ne abbiamo avuto un prova con la questione dei vaccini: esiste una fetta consistente di popolazione che vive nella diseducazione civica. L'unico linguaggio che capisce certa gente è la paura del "gabbio", ma se di fatto non ci finiscono mai, la paura diventa arroganza.
    Riguardo i casi di omicidio-suicidio sono d'accordo con Gus che lì siamo di fronte a persone che sono ormai fuori di testa. Ma anche in questo caso le leggi sono di poco aiuto, perché spesso una persona che sta diventando socialmente pericolosa per se e per gli altri manifesta dei segnali. Però ringraziando Basaglia in Italia i matti ufficialmente non esistono più, sono solo "vittime della società" e allora di che ci sorprendiamo se una donna denuncia il compagno per atteggiamenti violenti e minacciosi e non si provvede neppure a verificare lo stato di pericolosità dell'uomo, ci si limita a dargli un'ingiunzione di "non avvicinarsi" alla donna... quando uno è fuori di cervello, a cosa serve un'ingiunzione legale?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordissimo: pene effettive, esemplari. Basta "buone condotte", notizie di gente che esce cinque/dieci anni prima, ma stiamo scherzando?

      Elimina
  4. Dici bene, sono uomini che hanno ricevuto un'educazione sbagliata, forse son cresciuti in famiglie maschiliste, dove le madri si facevano da parte per fare spazio solo alla volontà del marito, padre e padrone. Il problema è nell'educazione, nella società che ancora si fa portatrice di questa cultura arcaica. Sono concetti radicati nell'anima di molte persone e sono difficili da scalfire. E'necessario un cambiamento culturale, ma la vedo dura.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il cambiamento culturale è duro ad arrivare. Uno vede una suora che al massimo lava i piedi al Papa, e capisce che devono passare millenni prima che si smuova qualcosa di effettivo.. :(

      Elimina
  5. Concordo in pieno, queste persone andrebbero rieducate ma in generale anche la società italiana andrebbe completamente ricostruita dato che ancora c'è il concetto ben radicato dell' uomo come "padre e padrone".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un concetto che troppe donne considerano legge e tradizione inviolabile. Del resto sono le stesse che non vedono una suora poter dire Messa. Perché dovrebbero evolversi per prime?

      Elimina
  6. Lo so, parlarne non è mai sbagliato. Ma quante chiacchiere ci tengono impegnati in discorsi che tutti conosciamo: guardiamo, ci informiamo, ci indigniamo, ci sconvolgiamo, ma tutto finisce lì, perché noi siamo pochissima cosa rispetto a chi avrebbe il potere di fare realmente qualcosa e non lo fa: vedi tutte quelle sentenze riduttive, quella macchina della lla giustizia che funziona a metà. Nessuno paga veramente per quello che fa e se paga con la vita che si auto toglie diventa una vittima in bocca ai professionisti dell’informazione che non leggono i fatti per quello che sono. Questa è una piaga che non avrà mai soluzione (e mi scuso per il mio assoluto pessimismo)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Noi siamo nulla, hai ragione. Non ho neanche un figlio da educare come predico. Ma ho un papà che mi ha insegnato a rispettare le donne, ed una mamma che non ha mai avuto bisogno di evitare i piedi in testa. Clima ideale per crescere nel buon senso. Sono stato fortunato. Quanti possono dire lo stesso?

      Elimina
  7. Penso alla vicenda di Martina Rossi, alla fatica dei suoi genitori per avere un po'di giustizia in tribunale, persone perbene mortificate da lungaggini burocratiche.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si mi ha intristito davvero quella storia, ed esemplare la dignità di quel papà e di quella mamma..

      Elimina
  8. le pene più severe servono nell'immediato, ma non risolvono il problema, c'è una questione di cultura del possesso (della donna) che va affrontato dalle istituzioni e dalla società, ogni giorno siamo bombardati dal mito del macho, ma di fondo c'è un problema di rispetto dell'altro che coinvolge molte categorie... sono pessimista e temo che non si supererà nel breve questa discesa culturale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le pene severe non ci sono. E questi debosciati guardano solo a quello che possono temere. E devono temere per poter essere fermati, ora. E a lungo termine il maschio deve crescere in una società equilibrata. Che non è la nostra. Non ancora almeno

      Elimina
  9. È difficile che si possa risolvere il problema in tempo breve.
    Le leggi ci sono ma non vengono rispettate e secondo me bisogna rifarle ed aumentarle, come scrive anche Ariano, approvo molto la sua opinione.
    L'educazione in famiglia serve a poco se poi fuori c'è chi insegna ad agire in modo diverso, tra amici ed ignoranza sconfinata di buona civiltà.
    Speriamo almeno che le nostre parole siano di sprono per un miglioramento sociale.
    Ciao e grazie Franco.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Noi possiamo davvero poco, anche perché ci stupiamo di persone che vivono anni luce lontano da un'educazione media, un'etica minima. Ma possiamo educare i nostri figli, i nipoti, essere di esempio a vicini ed amici. L'esempio è davvero tanta roba. Lo dico anche al nostro Papa. Liberi le suore.

      Elimina
  10. Il problema è, come già puntualizzato da altri, che viviamo in una società profondamente maschilista. I cognomi trasmessi solo dal padre? Lo stato civile di una donna legato al fatto che sia sposata oppure no – e conseguente appellativo di "signorina" magari a un'ultranovantenne solo perché non si è mai sposata? E, corollario di questo, il fatto che sui documenti burocratici e sulle epigrafi una donna deva sempre essere IN questo o VEDOVA quell'altro se mai è o è stata sposata? E potrei andare avanti per un millennio. Se non arriveremo quanto meno a liberarci di questi assurdi retaggi di stampo medievale, con lo sgrumf-del-brumf che riusciremo a educare gli esseri umani dotati di pene a essere UOMINI nel vero senso della parola e non semplici MASCHI possessivi e violenti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai pienamente ragione...tutta una serie di corollari ad uso e consumo del maschio prevaricatore.. e le suore zitte!

      Elimina
  11. Di passi da fare verso l'effettiva parità tra esseri umani ce ne sono ancora tantissimi. La violenza verso le donne è una delle vergogne da combattere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ci pensa la Chiesa..ed è un pessimo segnale, a mio avviso.

      Elimina
  12. Infatti ai duri di comprendonio devi parlare con la loro lingua. A legnate.

    RispondiElimina
  13. Non una parità solo di diritti ma soprattutto una parità di rispetto..
    Ancora lunga ed in salita la strada purtroppo..la crescita personale è importantissima, bisogna puntare sull'educazione in famiglia prima nelle scuole poi.. genitori più attenti sia nell'educare che nel seguire..
    Buongiorno Franco, buona giornata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già due genitori che si rispettino reciprocamente, rappresenterebbero oltre metà dell'opera.. ;)

      Elimina
  14. Esempio, esempio e ancora esempio. Se un padre padre non si alza da tavola neanche per il caffè, la comunicazione recepita da figli pigri e disattenti, è già distorta.

    RispondiElimina
  15. le punizioni non risolvono il problema culturale. occorre cominciare dall'educazione, già nelle prime fasi di vita all'interno della famiglia, in collaborazione con le strutture materne e scolastiche.
    un processo che richiede ovviamente tempo per dare frutti e che coinvolge entrambi i sessi. ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le punizioni sono un palliativo, rispetto all'esatta applicazione educativa, capillare, completa, bilaterale, siamo d'accordo. Ma ci vuole tempo, pazienza, esempio. Tutto il deviato in circolazione ora, va represso e bloccato invece, con un altro tipo di esempio. Drastico.

      Elimina
  16. Tutta la violenza è da condannare...

    RispondiElimina

Sottolineature