LA MIA PAGINA FLICKR

giovedì 16 luglio 2020

CRITICACCE A...FAVOLACCE



C’erano ‘na vòrta un catatonico, ‘na schizofrenica, ‘n’autistico…

No Franco dai, non puoi iniziare così.. capito che il film non t’è piaciuto, ma è ritenuto un capolavoro quasi all’unanimità, vincitore di premi e riconoscimenti, un manifesto di lampante cinema del futuro, lucida denuncia, appassionata analisi.. dai, cerca di mantenere una parvenza di obiettività … 

Ok. Ricominciamo. 
C’erano una volta dei ragazzini sui dodici anni, uno catatonico, già stanco della vita, e preoccupato del suo futuro presa coscienza dell’incostanza e della vaghezza degli adulti. Vero aveva tutti dieci in pagella, ma tipo con quattro in matematica.. una bomba quando la costruiva?!
La sorellina un po’ sgraziata e decisamente schizofrenica, ma già col piglio da capobanda, tant’è che aveva anche lei tutti dieci in pagella, ma solo nove in comportamento, infatti decide quasi tutto, e senza parlare troppo, in modo che calci e pizzicotti se li prende solo il fratello.
I genitori sono della peggiore risma suburbica romana, però vivono in una villa da svariati mila euro, col megasuv coatto.. e lavora solo la moglie.. hanno ereditato tutto? Chissà...


Ma pure i vicini, a coattaggine, se la giocano serenamente alla pari: altro papà coi capelli da rapper periferico, anche se stranamente m’è sfuggito il campionario di tatuaggi.. (o forse sono stato disattento io.. visto il gran materiale da attenzionare..)
Completano il quadretto l’altra bimba taciturna con “l’insegnante di sostegno stupido”, e l’altro maschietto bombarolo dissociato, figlio di padre alienato;
oh scusate, mancano l’amichetta con le fregole sessuali, e la ragazzotta incinta che apre e chiude la pellicola in qualità di prima notizia del TG..

Brutti, sporchi e cattivi, ipocriti e ignavi, praticamente tutti… vogliamo salvare il top del coattume di borgata, buono nell’animo ma assolutamente inadeguato nel ruolo di padre? E dai.. salviamolo il John Travolta de noantri, con la sua camminata alla Charlot..
ma anche le madri,  assenti le assenti, e assenti anche le presenti (compresa la bamboccia che apre e chiude il film), incapaci di distinguere un’astronave da un posacenere nella cameretta dei figli..


C’è pure il tocco semithriller, col maestro licenziato perché accusato di aver insegnato come farsi le bombe homemade ai suoi alunni genietti... e visto gli studenti modello e pedissequi che si ritrova, indica loro un velenosissimo antiparassitario “comunemente reperibile in ogni negozio”...così imparano a fargli perdere il lavoro...

Ora non voglio spoilerare, ma immaginate bene che una favolaccia non può certo finire col principe azzurro che risveglia la bella addormentata nel bosco.

Anzi. Io una bomba nel quartiere l’avrei vista comunque purificatrice.

Conclusioni: non esiste solo il bianco e il nero (a meno che non siate juventini..), e massacrare una fetta di spaccato sociale rimarcando solo a brevissimi tratti la capacità di sognare dei ragazzi protagonisti, ma impossibilitarli comunque ad emergere dalla amoralità disturbante che li circonda, facendola partorire pure a loro, non può diventare un esercizio da dieci e lode come tutti tributano.
Non riesco proprio a vederla così.


A me è apparso come un “taglio alla piscina” della trasparenza, del pudore, delle convenzioni, delle regole, delle consuetudini, dell’educazione.. che scorrono via libere a lasciar emergere solo il peggio del peggio senza più alcun filtro (anche se a ben guardare mancava un sorso di sana pedofilia, un po’ de coca sul tavolinetto del soggiorno, e qualche amante nella  cabina armadio..).
Non avranno esagerato i nostri fratelli? Un trucco anche quel difetto di audio che lascia con i sento-non-sento proprio nei momenti cruciali? Un gioco di luce e acqua sospeso tra gavettoni e piscina? Una folata di vento che smuove la tenda dell’assurdo  facendola assurgere a normalità?
Uno schizzetto di latte direttamente dalla tetta al biscottino.. uno schizzetto di cinema che ha fatto bingo con allucinati protagonisti e ancor più allucinati spettatori..

Io ridarei un’occhiata a Suburbicon…
 


24 commenti:

  1. Impietoso.
    Questo il primo epidermico commento che mi è sorto leggendo la critica, aggiungerei feroce.
    Il film non l'ho visto e a maggior ragione non andrò a vederlo.
    Certi scenari, certa umanità mi basta vederla (o intuirla) al semaforo...
    Ma credo che il punto sia proprio questo. Ritengo che ci sia un sottile brivido di godimento nel vedere l'altro, il diverso da noi, ciò che noi non vorremmo mai essere e che, ragionevolmente, non saremo o saremmo mai.
    Taluni film sono la moderna evoluzione del circense Elephant Man o la Donna Cannone o altre deformità che venivano offerti "in pasto agli occhi" per un soldo.
    Lo schermo è un grande buco della serratura da dove guardare ciò che ci può attrarre,
    Forse film quali "Ladri di biciclette" con l'universo di personaggi post bellico piuttosto che i vari "Bianco, rosso e verdone"
    con i probabilissimi caratteristi di Verdone, altro non sono che una versione meno violenta, meno psichiatrizzata dei personaggi di Favolacce.
    Quindi niente di nuovo?
    O semplicemente si aggiunge il politically correct?

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    1. Perspicacissima analisi di questo cinema pseudoevoluto che vuole sfondare il politically correct per sentirsi fieramente Denunciante, rimanendone, anche a mio avviso, irrimediabilmente invischiato, ricalcando errori che vorrebbe denunciare, in una sorta di compiacente perversione.

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    2. Complimenti ad Antonio per la disanima. Questo film è stata una totale delusione.

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  2. Ho cominciato a vedere Favolacce con una certa ritrosia. Infatti, a un certo punto ho capito che il film era sgradevole, e ho cambiato canale.

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    1. Io ho voluto vedere dove andava a parare, e mi è sembrata una di quelle uscite azzardate dove i portieri non acchiappano neanche le mosche.

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    2. Oltre lo sporco che fa vedere ci sono riferimenti criptati ad altro luridume. Io dico che i coatti ci sono, ma quello che ci mostrano è un'enfatizzazione indecorosa che offende anche la città di Roma. Forse a Berlino hanno premiato Favolacce solo per questo.
      P.S.
      Smettila di gufare 'ché alla fine non vinciamo nemmeno lo scudetto.

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  3. Perfettamente d'accordo, caro Franco. La dimostrazione che non basta forzare al massimo dei massimi la mostruosità, il caricaturale e il grottesco (e io ADORO il caricaturale e il grottesco) per approdare alla genialità. Ma a quanto pare la critica ideologizzata ci è cascata in pieno, e in questo senso bravi loro a farceli cascare... Quanto poi all'accenno all'audio che non si sente, io aggiungerei quello che non si capisce, fra dialetti più o meno stretti e recitazioni sbiascicose (ma nel cinema italiano contemporaneo queste ultime paiono essere un must: se sbiascichi e smozzichi le parole sembri più reale?) Mi sa che chi ha premiato il film all'estero l'ha fatto per la fortuna di averlo visto sottotitolato... Non faccio certo parte di quei nordici che liquidavano il meraviglioso Troisi dicendo "non si capisce", io Troisi lo amavo e capivo ogni sillaba, ma ultimamente sembrano fare apposta a non farti capire un cazzo... Naturalmente ho visto di peggio, ma se questa è la vetta del cinema italico contemporaneo, meglio chiudere bottega. Prima che i Comencini, i Loy e i Monicelli siano costretti a risorgere nei panni di zombie vendicatori... :)

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    1. La recensione di Franco non mi ha scoraggiato, anzi, sarei curioso di vederlo. Ma sull'audio trovo anche io che nel cinema italiano odierno ci sia troppo sussurrato e sbiascicato. A volte metto proprio i sottotitoli per cercare di capire. Condivido inoltre la tua conclusione. Se penso all'ingorgo di Comencini...

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    2. Non voglio scoraggiare la visione, anzi, sono contento che ve ne facciate un'opinione vostra, tangibile. Poi, sia chiaro, può anche piacervi, specie se siete tipi da tutti 10 in pagella... eheh

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  4. quindi non sono soltanto io a non capire un cazzo dei film italiani inteso come sonoro......

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    1. Lo sbiascicume ricercato e voluto, i ragazzini che parlano sotto voce, i dialoghi a voce bassissima pure col rumore di bus di sottofondo... e dai su!!

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  5. Premesso che i film italiani non mi piacciono, a parte quelli con Alberto Sordi o Totò, devo dire che questa recensione di certo non mi passa neanche nell'anticamera del cervello di vedere questo film.

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  6. Lo vedrò... anche se da quello che hai scritto penso che difficilmente mi troverai in disaccordo. E per quanto riguarda l'audio: è un problema di molti film nostrani.

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  7. Sono rimasta basita dalla prima all'ultima scena. Ad un certo punto mi ha preso il disgusto ma stoicamente ho resistito. Volevo capire fino a che punto un film di "merda" poteva essere così stato travisato da trasformarsi in un capolavoro.
    Ah il disgusto è arrivato assieme ai Ringo eh;

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    1. ..ahah lo "schizzetto di cinema".. roba da chiodi proprio..

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  8. premetto che non l'ho visto (e probabilmente non lo vedrò mai). quindi che commento a fare? :)
    da come lo descrivi non mi piace. ma io non faccio testo: sono di gusti assai difficili. e poi il contenuto, la recitazione, la storia e l'epilogo m'interessano fino a un certo punto. quello che mi piace in un film è lo stile. ovvero il pensiero del regista, quello che cerca di trovare dentro di sé e comunicare. è la sua interpretazione attraverso un mezzo espressivo particolare quella che mi attrae.
    sì, sono decisamente andato un po' fuori tema. domando venia. ciao

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    1. Lo stile alla fine non è male, molte soluzioni "acchiappanti" a puro livello cinematografico, a mio avviso, però, sommerse dallo strabordare di storie limite messe tutte insieme senza speranza, senza luce, se non appunto, quella di una camera sensibile.
      Conclusione: qualità sprecata.

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  9. Non ho letto la tua rece ne quella di altri almeno per il momento.
    Un po’ di commenti qua sopra però sì.
    Ne ho sentito parlare bene un casino ..so dei premi che ha vinto e mi ha incuriosito molto.
    Avevo sentito pareri discordanti sull’audio.
    Che dirti l’ho visto due volte , la seconda ho aumentato molto l’audio della tv e ho capito quello che si dicevano-:)
    Non credo di aver mai visto niente del genere.
    Un piccolo gioiello..una favolaccia nera appunto.
    A me è piaciuto.

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    1. Tra favolacce come questa, e favolacce come Lo chiamavano jeeg Robot, ad esempio, autentico abisso..

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  10. Non l’ho visto quello.
    Letta la rece.
    Punti di vista...può starci pure il tuo.

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    1. Non lo hai visto davvero?!? Recuperalo subito.. Altro Cinema davvero!!!
      Franco Battaglia

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  11. Ancora provincia romana grezza e sgangherata. Ancora decadenza e personalità basiche. Ancora silenzi e vuoto esistenziale.
    Ancora un film di quelli grigi, spogli ed essenziali che si vantano di ritrarre la "vita reale" nella sua crudezza.
    Per la serie: facciamolo strano e cinico così ai critici piace tanto e ci prendiamo un premio.

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