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sabato 6 aprile 2019

UNA STORIA D'AMORE



Perseguitato da una storia d’amore?!
In tempi di stalking perseverante, neanche troppo improbabile.

Ma a volte le logiche si intrecciano e i protagonisti possono sfuggire ai loro destini.

Lui, mesi di fughe, falsi spostamenti, appuntamenti a vuoto, cambio di numero di telefono: fuggire stava diventando faticoso, e malediva la sua passata esistenza così blanda che si era rivelata - umida come serra - nido ideale per quell'embrione di amore malato.

Lei, che si era invaghita e voleva solo essere curata e alimentata, vedeva il suo artefice scaraventarlesi contro, inventare mille espedienti per farla finita.

Lui era disperato. Si era costruito una prigione che immaginava dorata.
Ora ambiva di nuovo, e solo, alla sua libertà.

Lei, in fondo, era una storia qualsiasi, prima che apparisse lui, nessun upgrade all'orizzonte, era stata evocata con grazia e discrezione, e si era innamorata come davanti ad un tramonto che si liquefa all'orizzonte, e una volta storia “d’amore”...
diventare indipendente, prendere anche solo lo spunto da due esseri che per un attimo immaginano di potersi desiderare, e poi viaggiare per lidi lontani, totalmente svincolata da dinamiche lui/lei, era stato esercizio inevitabile..

Lui si sentiva quasi violentato, costretto a condizioni che non dettava più da tempo.
La sua vita un’apprensione continua, non che fosse da impazzire prima, ma quella linea piatta che la contraddistingueva, assicurava emozioni senza rischi, ben catalogate, zero imprevisti, a denominazione d’origine controllata.
Da un po’ di tempo la serenità stava svanendo, doveva far fronte ad eventi ostinati e tenacemente fuori dalla sua sfera di dominio. La sera faceva fatica a riconoscersi, e poi negarsi al telefono, guardare la tele col volume bassissimo, a luci spente, erano scene da bassa operetta, al di fuori di ogni accettabile realtà.

Che stesse impazzendo? Ma la pazzia sarebbe stata riconoscibile nella sua irrazionalità, ciò che gli stava accadendo, invece, lo terrorizzava lucidamente..

Ma non creiamo noi le storie d’amore, non siamo così bravi, ne’ così sensibili.
Forniamo solo l’humus più adatto affinché attecchiscano, ed una storia d’amore in piena autonomia, non ha bisogno di alcun partner, vive di autocombustione, di autentico circolo vizioso, dove non si è più marginale quinta, ma protagonista assoluta.

Lui, ora, voleva essere di nuovo lui, solo davanti al suo riflesso vuoto, senza più quei fremiti che lo preoccupavano,

aveva creato un fatale cortocircuito, innamorarsi di se stesso lo aveva sconvolto.

Per uscirne fuori era necessario iniziare ad odiarsi. Con certosina metodologia.
Ma non terminò di pensarlo che lo specchio volò in frantumi.
Spaccato da un suo pugno.



28 commenti:

  1. Siamo tutti innamorati di noi stessi.

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    1. Lo fossimo anche degli altri, allo stesso modo, niente di male...

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  2. C'era una volta, chi godeva della reciproca convivenza , rispettando i rispettivi ruoli, e prendendosi cura l'uno dell'altra. Purtroppo, lei doveva , troppo spesso , cambiare partner , perché la natura aveva fatto uno sbaglio.
    PS Lei era una donna e lui un cane.

    Complimenti per il post sull'assurdo Family Day di Verona.
    Non potrei essere più d'accordo con le tue considerazioni.
    Cristiana

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    1. Forse era più su l'assurdo 'sto post.. il problema è che a Verone gli assurdi accadono davvero...

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  3. Credo che non solo le relazioni amorose, ma un po' tutte le relazioni e i rapporti umani siano non creati, ma attechiscono loro su di noi..
    Il problema è quando uno dei due lati del rapporto non trae più giovamento da quel rapporto...non è facile estinguerlo.
    Amare noi stessi invece? Per me fa male, nel complesso..
    Bisogna curare noi stessi, ma non amarci...

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    1. Concordo.. siamo terreno di esperimento, cavie da laboratorio, omini senza senso in balìa del VAR..vabbe' questa è un'altra storia... ;)

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  4. Non uso mai parole d'altri, ma questo tuo post mi ha fatto tornare in mente un passo di Kahlil Gibran che adoro.
    "[...] Datevi il cuore, ma l’uno non sia in custodia dell’altro.
    Poichè solo la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.
    E restate uniti, benchè non troppo vicini insieme,
    poichè le colonne del tempio restano tra loro distanti,
    e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.".

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    1. Misura ed equilibrio, come accenno anche a Sfinge...saremo ma i capaci?

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  5. Bisogna amare se stessi per essere capaci di amare anche qualcun altro: quando si è capaci di accettarsi e di stare bene con se stessi, cioè ci si ama nel modo più sano ed equilibrato che la natura ci consente, allora si può cercare di amare anche altro: succede che lo si cerchi o no. Invece usare gli altri per costruirsi attraverso i loro occhi una immagine che soddisfi la nostra vanità, non è amore né verso se stessi, né verso gli altri.

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    1. Parte tutto da stessi, e quello che ritorna, dipende dalla saggezza con cui è partito..

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  6. E, nota bene: quando gli altri sono solo uno specchio, quello specchio finisce sempre in frantumi.

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    1. Certo ci vuole equilibrio, sobrietà, misura: obiettività, e forse è la più difficile.. ;)

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  7. Fino alla fine non avevo compreso dove tu volessi andare a parare, mi sembrava davvero una storia di stalking :D
    Io penso si debba amare chi c'è di fronte allo specchio, purché questo amore non diventi un circolo vizioso entro cui adorare se stessi a discapito di chi c'è intorno.

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  8. In effetti, puntavo molto sulla Storia d'Amore, ma vedo che il narciso ha distratto praticamente tutti.. ;)

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    1. Non hai una laurea in Psicologia o Neuropsichiatria, questo è certo.
      Se vuoi parlare di un argomento al punto tale da giudicare la realtà attraverso le tue conoscenze in merito ad esso e non farci la figura dell'ignorante e del fazioso, fammi un piacere: colma le tue lacune, compra quanti più testi possibili e leggi.
      Altrimenti resta nel tuo mondo di ombre in cui ascolti solo i tuoi echi che ti rimandano esclusivamente ciò che vuoi sentire di quello che ti circonda, della realtà tua e di quella degli altri.

      Mi rendo conto che il Narcisismo Patologico è un disturbo che conoscono in molti: è talmente comune... Potresti anche soffrirne tu stesso, dato che era persino sul punto di sparire dal Manuale diagnostico e statistico per i disturbi mentali.
      Come dire che dare a uno del Narciso al giorno d'oggi è un'ipocrisia bella e buona, è non sapersi guardare dentro.

      Comunque, ognuno ha una data dose di subpersonalità che lo condizionano nell'agire quotidiano e la componente narcisistica c'è, come quella paranoide.
      Poi bisogna vedere se c'è a monte un disturbo mentale specifico. Ripeto che è un argomento vasto, se ne sei ignorante è meglio tacere.
      Se non si hanno né rispetto né sensibilità, quantomeno, ripeto, per vantaggio personale.

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    2. Perdona ma il mio era un esercizio di stile (colto da pochi), il Narciso c'entra proprio di striscio... forse devi farti meno pippe mentali quando leggi gli altri e giudicare sempre misuratamente, come ti insegneranno sicuramente le tue plurilauree...

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    3. p.s. anche tu gira per altri blog visto che questo ti altera gli equilibri...

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  9. Complimenti un colpo di scena finale davvero da maestro.

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    1. Spesso i miei raccontini vanno a ritroso: immagino un colpo di scena, e poi la storia che ci arriva.

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  10. Oddio, ma è un incubo altro che storia d'amore😁😁😁

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    1. L'amore sa essere incubo, specie quando ce ne impossessiamo per secondi, terzi e pure quarti, fini.. ;)

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  11. se c'è qualcosa di autobiografico, tremo. se è un discorso più ampio, tra paradiso e inferno c'è un filo sottilissimo e, non di rado, i due si invadono a vicenda. innamorarsi di sé, però, resta presupposto imprescindibile per evolversi

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    1. Voleva essere un esercizio di stile con storie (d'amore) a incastro. Ecco, sono innamorato di come scrivo..ma quello s'era capito.. ahah

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  12. La cosa più difficile è conoscersi bene e anche essere onesti di fronte allo specchio.

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    1. Diciamo che sono due cose differenti, e a volte ci sfuggono entrambe, specie quando ci disegniamo diversi, e ci disegniamo un'idea di onestà tutta personalizzata...

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  13. una storia tutta al maschile.
    qui c'è molto lui e poca lei, che, nella mia lettura, non è una donna ma un'idea d'amore, un'ossessione d'amore a cui lui vorrebbe sottrarsi per rintanarsi in se stesso.
    massimolegnani

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    1. Rileggendo da esterno, comprendo che era forse complicato comprendere che non c'era nessuna lei, ma solo un lui ed una storia che aspirava alla piena autonomia..capita quando hai in mente qualcosa, e la storia ti assorbe completamente.
      Con la tua sensibilità hai comunque risolto il quesito, nonostante la mia imperizia... ;)

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    2. tutt'altro che "imperito".
      e' una scelta che a volte facciamo quella di seguire esclusivamente la suggestione di un nostro filo mentale e allora la piena comprensione esterna diventa un dettaglio ininfluente rispetto alla soddisfazione di aver fotografato la propria mente.
      massimolegnani

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