Come avevo già scritto
lo scorso anno, andare al cinema non è affatto assimilabile al
frequentare un Festival del Cinema.
Quando vai al cinema, nei
weekend o comunque quando trovi un momento libero, o anche la sera a
casa, spaparanzato sul divano, vagando per svariate tv,
sei tu che scegli il film.
Ad un Festival no.
E’ il film che sceglie
te,
perché gli orari si
accavallano, non puoi che decidere una sala, e beccarti la
programmazione prestabilita, uscire alla fine di un film ed entrare
in quella più vicina di corsa a volte senza neanche ricordarti cosa
viene proiettato…
E’ anche in questo
bailamme emerge il fascino del cinema, di questo cinema, che può
riservarti grosse delusioni a fronte di aspettative certe, e
incredibili soddisfazioni quando ci si trova dinanzi a produzioni in
teoria a prospettive zero.
E qui entriamo nella viva
cronaca di questa Festa del Cinema di Roma. Festa che non faccio
fatica a definire di medio/basso profilo, nonostante alcune
produzioni pregevoli, in tutti i campi, dalla Selezione Ufficiale, al
Premio Alice nella città, fino al settore cortometraggi.
Comunque poche rispetto a
ciò che dovrebbe proporre un festival ormai affermato come quello
romano, basti pensare alla innocua trascuratezza dei film di apertura
e chiusura…
E anche le ospitate, poca
roba rispetto a festival che vantano ben più grosso richiamo e
pedegree…
Ma proprio in occasione
dell’incontro di taluni personaggi, abbiamo colto al volo alcune
impressioni, cogliendoli a sorpresa in alcuni attimi di rilassamento… la
Cate Blanchett l’ho intercettata all'uscita della toilette, ad
esempio: “Signora mi scusi l’ardire, ma non osavo disturbarla
sotto i riflettori, sono Lampur, uno dei saggi del noto sito FilmTv”
“Oh ma certo! Ho letto di alcune sue stroncature… non vedo l’ora
di leggere quella del mio film..” “Oh ecco, si, ma non c’è
fretta guardi, con calma, aspetti pure la fine della Festa!.. ecco,
volevo solo dirle.. che bisogno c’era di accettare questa parte da
maga rinc..ehm, rinvigorita dagli anni, diciamo, per certi versi..
imbarazzante?!”
“Va bene lo ammetto, ho
perso tutto a blackjack, ero quasi alla canna del gas e.. per
punizione, ho dovuto sottoscrivere un contratto proprio con Jack
Black e Il mistero della casa del tempo… vi prego non lo
scrivete questo..vi prego!!”
“Stia
tranquilla..nessuno lo saprà mai!!..”
Nel corridoio ecco
apparire Michael Moore, presente col suo Fahrenheit 11/9, che ha iniziato a studiare italiano da quando Trump gli ha spedito l’estradizione
ufficiale dagli Usa.. dice che si trasferirà qua in Italia.. perlomeno
mi ha tradotto un mio amico che capisce lo slang di Pittsburgh…
Al bar eccoti Steve
Carell che sorseggia un caffè rigorosamente ristretto: “Ehi Steve,
due tue belle prove quest’anno (Beautiful Boy e Measure
of a man)...ma ti preferisci in versione drammatica o più
leggera?!” “ A dir la verità mi preferisco quando pagano
prima...per questi due film ho rimediato solo il rimborso spese
finora...ma ti pare una cosa normale?!?.. e pure il caffè è a spese
mie...roba da matti!!”
In tanti non lo sapevano,
ma è arrivato anche Russell Crowe dietro le quinte prima di
presentare il suo Boy Erased.. in effetti, un po’ imbolsito,
agli accrediti gli hanno consegnato il pass di John C. Reilly,
l’attore che ha impersonato Ollio in Stan e Ollie.. e lui si
è risentito!.. “Russell, ma un Gladiatore 2 sarà mai possibile?!”
“Forse si, un Gladiatore 2.. quintali magari..ahahah”
..che mattacchione
Russell!!
E c'è Drew Goddard,
regista di 7 sconosciuti at the El Royale: “Drew, ma è
vero che volevi fare il verso ai Coen e Tarantino?!” “Si ma non
pensavo che tutti avessero visto i loro film.. invece mi hanno tanato
subito.. che disdetta!! La prossima volta copio Lynch, oppure me ne
torno all'horror, che mi viene meglio, mi sa... “ (Ecco, se torni
all'horror forse è meglio.. nd.r.)
Sbuca Virzì, un altro
che ha voluto granbellezzarsi addosso col suo Notti magiche, prendendo
in giro un mondo di cinema sicuramente torre d’avorio all'epoca,
e consapevole di vivere in un mondo a parte “Virzì”, lo incalzo,
“Non crede di essersi adagiato rispetto alla concorrenza, a
quell'idea di cinema avanzato che perseguono tanti suoi colleghi al
giorno d’oggi?” e lui “Sicuramente non sono una cima, ma non lo
è neanche il pubblico che segue me e i miei coetanei, specie qui in
Italia, noi produciamo ottenendo ottimi risultati con sforzi minimi:
alziamo i toni, tiriamo la corda, usciamo fuori dalle righe,
saturiamo il melodrammatico e in tanti lo scambiano per buon, se non
anche ottimo, cinema. Perché dovrei sforzarmi alla ricerca di
qualcosa di cui il mio pubblico, probabilmente, non è neanche
pronto?” (almeno c'ha le idee chiare.. n.d.r.)
Tom Wilkinson se la
diverte invece, killer mestierante di Morto tra una settimana..o
ti ridiamo i soldi, lo incontriamo ad un tavolo non lontano dal
red carpet mentre lucida la pist..ehm..il bicchiere di gin. “Mr.
Wilkinson, come si è trovato nella parte di navigato assassino?!”
“ Ah mooolto bene..diciamo che potrei sparare serenamente a diversi
registi che ancora mi sottovalutano...e anche a qualche giornalista
impertin..” “Ok perfetto così Mr. Wilkinson.. ora saluto, scappo
e auguriii” meglio allontanarsi… quando ci prendono gusto certi
attori...faticano ad uscire dal personaggio.. eheh.
E non lontano ecco Robert
Redford (The Old Man & and the Gun) nella parte di un
vecchio rapinatore non ancora domo.. “Comunque basta con le prove
d’attore, altrimenti il prossimo personaggio me lo offriranno
dentro un gerontocomio.. incredibile.. Liam Neeson fa ancora il verso
a 007, e io solo ruoli da rincogl..” “Ok ok, forse è il caso di
parlare d’altro..ha in mente qualcosa come regista?!?”
“Certamente.. ma per ora riposo a casa.. o era casa di
riposo?..bah.. devo prendere Multicentrum.. se mi ricordo dove ho
messo il flacone..”
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Grey scarpet on red carpet |
L’ultimo giorno pesco
anche Viggo Mortensen, di solito algido stoccafisso, sembra abbia
preso confidenza col calabrese, ed infatti il successo di Green
Book è da attribuirsi principalmente al suo slang
italianeggiante, l’espressione del resto rimane quella, ma
l’intervista non è riuscita troppo perché mi ha rivolto solo
qualche grugnito..
Dimenticavo.. il
vincitore decretato dal pubblico è stato l'italiano Il vizio
della speranza, la cui analisi rimando all'apposita recensione.
A me non è piaciuto
troppo, film pretenzioso e forzatamente drammatico. Ma tant'è.
E' chiaro il trend,
nonostante diversi messaggi di buon cinema: Broken Mirrors, Stan &
Ollie, American Animals, Dead in a Week, Measure of a man, Three
identical strangers.. (almeno tra quelli che sono riuscito a
visionare), la tendenza è verso un cinema che vuole strafare, farsi
notare, esasperando spesso toni e colori.
Alzando la voce per
emergere. E non credo sia la maniera migliore.
Ma noi rimaniamo affamati
di cinema, e questo è l'importante. Alla prossima Festa!