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sabato 21 aprile 2018

QUANDO MUORE UN BLOG




E' una riflessione già fatta, ma che ritorna periodicamente a scombussolarmi, e credo sia vicina alle corde di noi bloggers..

ricapita, ogni tanto, nel peregrinare curiosando per la blogosfera, di imbattersi in blog dai nomi strani, o che comunque richiamino l'attenzione, l'interesse.. magari scoperti in blogroll altrui.. e allora basta un clic..

e la porta si apre.. con una pagina iniziale.. delle note, un post, dei commenti... solo che il post è del 2016, o anche prima.. e tutto è come cristallizzato.

Il proprietario non c'è più.

Si è trasferito.. ha aperto un nuovo blog, oppure scrive solo su facebook, o peggio non scrive proprio.. ha trovato, lavoro, moglie.. è occupato in Commissione Europea, oppure pianta mine in Siria..chissà..

e queste righe che leggo, polverose ed immobili.. segnano un confine malinconico.. restano immobili come in un museo perenne..

attendono visitatori persi o impiccetti come me, alla ricerca di una parola che smuova una tensione nel cuore e nella testa...

e magari la trovano pure, ferma, saldata ai pixels ancora colorati, ancòrati ad un ultima data che ne testimonia l'estinzione..

In attesa di occhi curiosi, di mani frenetiche...
e lasciare un messaggio allora, diviene sfida, nuova linfa, una passata di vernice, un richiamo al futuro, una speranza, una sollecitazione... 

come suonare il campanello, bussare lieve alle nuove ispirazioni di chi una volta donava pensiero in quella pagina di luce: da sorridenti entusiasmi a rassegnati rimpianti...





43 commenti:

  1. Un bel post, Franco, ricco di suggestioni. A me è capitato di scoprire che due amici di rete, che non scrivevano da tempo nei loro interessantissimi blog, se ne erano andati lasciando un vuoto inspiegabile. Cerca e ricerca ho scoperto che erano morti. Ho provato molta tristezza, anche perché uno di loro era un uomo giovane con una famiglia e dei figli ancora piccoli. Vediamola così, quello che hanno comunicato rimane lì, a memoria. Buon sabato.
    sinforosa

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    1. ..è vero, le cause sono molteplici.. e questi lasciti ad eterna memoria, sono buchi neri dell'anima, che si auto custodiscono, un'autentica memoria e(s)terna.

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  2. Non si smette di scrivere perché il blog ti pare inadeguato. Si smette di scrivere per altri motivi, tutti soggettivi.

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    1. A me fa impressione quel che rimane... puoi cambiare casa, ma non lasci il latte sul fuoco ed il piumone sul letto; puoi cambiare partner, ma non lasci l'altro/a ad occhi chiusi in attesa di un bacio. E' questo senso di sospensione sul nulla a colpire..

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    2. Molto bello, molto.
      In verità si cambia luogo e casa, come blogger, quando quelle pagine smettono di appartenerci...
      Per me almeno, è stato così.

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  3. Anche a me dispiace quando muore un blog, alle volte temo che sia effettivamente accaduto qualcosa di brutto al proprietario.

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    1. si.. ci penso ogni volta.. poi voglio credere che si sia solo voltato pagina...

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  4. Forse se volessi chiudere un blog cancellerei ogni cosa.
    Non so se avrei il coraggio di far entrare gente a sbirciare nel momento in cui decido di non esserci più.

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  5. Si, succede spesso di imbattersi in blog non piu aggiornati da anni, una cosa malinconica. Anche a me capita di lasciare un commento all'ultimo post apparso ed e' come affidare una bottiglia al mare. Il piu delle volte nessuno risponde, ma raramente non solo rispondono rispondono ma addirittura pubblicano un nuovo post pieno di buoni propositi di ripresa. Poi piu nulla, e questo e' ancora piu desolante
    massimolegnani

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  6. Un bel post Franco, dalle atmosfere suggestive. E' vero a volte si entra in un mondo cristallizzato - un blog abbandonato dall'autore ad una certa data, per i più svariati motivi. Non credo che serva commentare, Il più delle volte infatti i blogger, specie se hanno abbandonato il blog non rispondono nemmeno ai commenti. Però i loro blog rimangono a testimonianza di un passato che non esite più. Ci sono perfino blogger ancora attivi che non pensano sia necessario nè si prendono la briga di rispondere ai commenti dei loro blog. Buon fine settimana

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  7. Mi è capitato parecchie volte, ed è un peccato davvero in certi casi, e poi non sai cos'è realmente successo, del perché abbia lasciato..

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  8. Anche il mio è congelato, in attesa di nuova luce
    E devo dire che qualcuno si è anche preoccupato per la sparizione

    Ma tu sai dove trovarmi, Francone :)

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  9. Beh, io sono stato uno di quelli da blog in sospensione, ma all'epoca non avevo lettori e commentatori fissi...oggi se dovessi abbandonare tutto, darei debito avviso. E non cancellerei nulla..

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  10. E’ capitato anche a me scoprire, qualche tempo fa, che due amiche virtuali che seguivo sui rispettivi blog, se ne erano andate. E, purtroppo, per sempre. Mi devi credere: ho provato una grande tristezza. Che strano! Ci sono delle persone in rete che mi sono diventate familiari, che fanno parte della mia vita quotidiana, pur non sapendo nulla di loro; mi preoccuperei se una mattina non dovessi più leggere un loro post aggiornato; sentirei quasi la mancanza di quelle vite, che senza conoscerle, “conosco” da tanto tempo e incontro tutti i giorni sul blog. Magari con un commento. Il grande scrittore portoghese Pessoa scriveva una cosa che, secondo me, è attinente alla tua bella riflessione. Io mi permetto di riportarla di seguito: “ Nostalgia ! Ho nostalgia perfino di ciò che non è stato niente per me, per l'angoscia della fuga del tempo e la malattia del mistero della vita. Volti che vedevo abitualmente nelle mie strade abituali: se non li vedo più mi rattristo; eppure non mi sono stati niente, se non il simbolo di tutta la vita. Il vecchio anonimo dalle ghette sporche che mi incrociava quasi sempre alle nove e mezzo del mattino? Il venditore zoppo dei biglietti della lotteria che mi seccava senza successo? Il vecchietto tondo e rubizzo, col sigaro in bocca, che sostava sulla porta della tabaccheria? Il pallido tabaccaio? Cosa ne sarà di tutti costoro che, solo per averli sempre visti, hanno fatto parte della mia vita? Domani scomparirò anch'io da Rua da Prata, da Rua dos Douradores, da Rua dos Fanqueiros. Domani anch'io - l'anima che sente e pensa, l'universo che io sono per me stesso - sì, domani anch'io sarò soltanto uno che ha smesso di passare in queste strade, uno che altri evocheranno vagamente con un "che ne sarà stato di lui?". E tutto quanto ora faccio, quanto ora sento e vivo non sarà niente di più che un passante in meno nella quotidianità delle strade di una città qualsiasi “.

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    1. "un passante in meno", splendide parole.. più che attinente Remigio, più che attinente..

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  11. È vero, c'è sempre una atmosfera strana nei blog abbandonati. Ma devo anche dire che ormai non mi fa più né caldo né freddo. Hanno scelto così e lo trovo estremamente ineducato e brutto, quindi rivaluto anche chi scriveva. So stronzo lo so.

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    1. Se sei stronzo tu per il mondo non c'è proprio speranza... ;) (anche se m'hai mezzo sbertucciato Tonya..)

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  12. C'è chi prima di eclissarsi saluta e chi invece sparisce senza nessun preavviso. Forse sono già sintomatici i due diversi comportamenti. Nel mio elenco ddei blog che seguo c'è n'è uno che ha l'ultimo post di nove nove anni fa, a seguire altri. E poi parecchi di cui non c'è più traccia. Completamente spariti, rimossi o altro. La mancanza di informazioni si ha quando il/la blogger non ha conoscenze reali ma solo virtuali.

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  13. Quanto è vero. Giusto poco fa stavo vagando nella mia lista di blog che seguo e mi sono accorta, aprendone, che più della metà erano abbandonati da almeno un paio di anni. Spero sempre che quelle persone stiano bene, sarò forse un po' tragica nell'animo ma non posso fare a meno di chiedermi che fine abbiano fatto. Anche perché ad alcune ero riuscita anche ad affezionarmi.

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  14. Cambiando argomento....

    https://m.huffingtonpost.it/gianfranco-polillo/il-malessere-di-roma-e-la-normale-bellezza-di-milano_a_23412549/?utm_hp_ref=it-politica

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    1. Che Milano sia meglio di Roma, sono il primo a dirlo... (e non hai ancora mangiato a La Conchetta...)

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  15. E' come se fosse un mondo sospeso, è vero, cristallizzato su delle parole che, chissà, forse non corrispondono più ai pensieri di chi le ha scritte.
    Poi, a volte, succede che a distanza di anni si torni, un pomeriggio di pioggia estiva, una serata invernale con una bufera di neve, e quelle stesse parole,corroborate da commenti lasciati sul blog come messaggi in bottiglia, smuovono qualcosa nel profondo, predispondono a un rientro.
    E' capitato a me.
    Bel post, molto poetico, parole delicatamente coinvolgenti.

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    1. Io mi rileggo spesso, percepisco variazioni d'animo e anche contraddizioni, ma fa parte dell'evolversi, o anche dell'involversi, a volte.. ora penso che non potrei farne a meno, domani poi..

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  16. La cosa più "strana" quando un blog viene ibernato, non conoscendo personalmente chi c'è dietro un blog che si segue più o meno assiduamente, sembra quasi che sia "sparito fisicamente" anche l'autore.
    Cioè, come tu scrivi, si iniziano a fare mille supposizioni sui motivi fisici per i quali non scrive (lavoro, famiglia, andare a piantar mine..) anche se, probabilmente, ha smesso di scrivere perchè ha perso l'interesse o l'ispirazione. Oppure ha semplicemente smesso perchè pensava di diventare famoso tramite la rete e non c'è riuscito.
    Di certo, il giorno in cui chiuderò il blog, lascerò un messaggio di saluti e lo cancellerò del tutt;credo sia più corretto così che lasciarlo sospeso nel web.

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    1. Magari quel lasciarlo sospeso è una porticina aperta, innanzitutto a se stessi.. al poter rimettere ordine, o ridonare respiro, chissà..

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  17. Ci sono tanti motivi quando un blog chiude, io nel mio blog roll ho tanti link e mi auguro sempre che qualcuno riapra.
    Saluti a presto.

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  18. Io immagino sempre il meglio per chi abbandona il proprio blog.
    Un è andato/a incontro alla vita e presto verrà a raccontarcelo oppure se lo terrà per sé.

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  19. Come passare in un cimitero, praticamente.

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    1. ..solo che un cimitero è fatto apposta. Invece è come passare per una zona rossa, dove il passaggio dalla vita al nulla si è come spezzato: un fermo immagine mentre attorno tutto continua a scorrere..

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  20. A volte il malessere è troppo forte. E per non avere il brusco distacco con una chiusura definitiva, si preferisce sospendere tutto.
    Come se si rimanesse in un altro tempo, un altro spazio. Come se si volesse lasciare una porta socchiusa.
    Le ragioni sono molteplici. Ma come quelle del cuore si lascia che siano gli altri, i visitatori, a cercare di comprendere e a non condannare.
    Un abbraccio amico mio.

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    1. Ecco.. preferisco immaginarle porte lasciate socchiuse.. in attesa di un refolo.. uno sguardo..

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  21. E' un dispiacere misto a nostalgia che ho provato anch'io tante volte. Altre volte invece ho avuto la fortuna di ritrovare vecchi blogger che avevano lasciato o temporaneamente sospeso la loro attività sul blog, o che ancora l'avevano ripresa creando un blog nuovo.

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  22. ho provato a commentare, non credo di esserci riuscita.
    e' questo il problema adesso....

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  23. Io ho aperto il blog nel 2010 e dopo un anno l'ho chiuso eliminandolo dalla rete. Non mi andava più di scrivere e fine. Dopo un ulteriore anno l'ho riaperto e dal 2012 è lì che viene aggiornato. Dovessi chiuderlo adesso non credo che lo cancellerei... ma non so, forse si tanto si può salvate sul pc e i ricordi e i commenti rimarrebbero per me 💖

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  24. Anche io sono sensibile a queste cose :-D D'altronde tu stesso una volta da me hai notato che nel mio blogroll conservo i blog anche non aggiornati con la speranza di vederli tornare attivi o come un messaggio implicito di "sto aspettando, non vi ho scordati". Per me è molto triste quando non leggo più gli aggiornamenti anche di blog che magari non commentavo spesso. Mi rattrista anche pensare di dover un giorno chiudere il mio: nel caso non lo cancellerei sicuramente

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  25. Muore talvolta il blogger, la sua scrittura, penosa o luminosa, resta. Così dovrebbe essere, così non sempre è. Ci cono mille motivi per abbandonare un blog , il più valido riguarda il mondo e le dinamiche di questo mondo virtuale. Sono i blogger a avvelenare spesso altri blogger nasce il problema di alienarsi dal personale nelle risposte e commentare semmai il nocciolo del discorso portandolo su un piano più generale. Sembra una cosa semplice ma non lo è, non avviene quasi mai e a lungo andare ci si stufa e si chiude. Lasciare visibile la propria scrittura è un regalo di solidarietà verso il genere umano. Leggere e basta ma così non è più un blog. Adieu Battaglia

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    1. La risposta - e proprio da uno di quei blog che muoiono o vogliono cristallizzarsi tali - è il segno di vita della sollecitazione di chi passa, e legge, e smuove l'aria stantìa.
      Ci sei Enzorasi, sbirci dal buco della serratura, origli da dietro il massello, speri che qualcuno legga, scriva, pensi... e ogni tanto accade, nonostante la cattive interpretazioni, i malintesi, addirittura le cattiverie...

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  26. Pensa che, invece, curiosando nella blogsfera, io ho trovato proprio te.
    Ho aperto il mio blog tre mesi fa, e scriverei cento post al giorno. Ma chissà.. Fra un paio d'anni la Commissione Europea potrebbe aver bisogno di me. 😉
    Passa a spiarmi un po'. Bacio.

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