Normalmente
dicesi distopico di cinema vagamente incartato tra futuro ed
alterazioni del passato o che narri, comunque, in maniera tormentata,
di uno stato sociale alterato o alterabile.
In
questa ottica, lo sforzo cui mi sono sottoposto sorbendomi
consequenzialmente Mr.Nobody e The lobster, indica - grosso modo - il
grado di distopia che cerco di iniettarmi a grosse dosi, l'inconscia
insoddisfazione del reale cui appartengo, e la frequente delusione
nel valutare che, comunque, i modelli proposti, forse non valgono per
niente la pena di rivoluzionare il convenzionale acquisito.
Mr.Nobody
scimmiotta Sliding doors in modalità futuristica, The lobster
ridicolizza i rapporti umani mettendo a nudo primordiali bisogni
singoli che prevaricheranno sempre la coppia.
Colin Farrell in una delle sue massime espressioni espressive |
Il
primo ci narra di un centodiciottenne nel 2093, ultimo esempio di
vita umana non alimentata artificialmente e senza possibilità - ormai normale - di
una vita eterna. L'arzillo vecchietto, intervistato, ci racconterà - magi(distopi)camente - delle sue infinite vite passate, a seconda che nasca da una o da
un'altra famiglia, che segua il padre o la madre dopo il loro
divorzio, che sposi o meno una delle tre ragazzine che gli fanno il
filo.
Jared Leto, invece, in una delle sue. |
Ottime
alcune trovate tecniche e di montaggio, noiosetto tutto il resto,
déjà vu in troppi casi, citazionistico allo spasimo, alla lunga
disarmante.
Paragonato
anche a Cloud Atlas, il quale potrebbe essergli debitore in diversi
frangenti, ma che spettacolarizza a livelli decisamente superiori.
Ecco, forse questo latita in Mr. Nobody, il voler spettacolarizzare ma col
budget ridotto al minimo sindacale.
The
lobster al contrario si frega con le sue stesse mani, volendo stupire
ad ogni fotogramma, cercando di mettere a nudo istinti a noi
sconosciuti, o meccanizzando natura, impulsi e inclinazioni cui
normalmente diamo un peso relativo.
Stravolge
quindi la normalità dei comportamenti evidenziandone altri che non
riusciamo a farci appartenere, anche noi seduti comodamente davanti
un film e inclini, solitamente, a giustificare eventuali derive
registiche.
Fino
a che il troppo non stroppi, però.
Ora,
mi chiedo, dopo questa indigestione distopica... dovrei riguardarmi
La vita è meravigliosa? Il prototipo della distopia formato famiglia..
La verità è che mi serviva del tempo per tornare a parlare di cinema distopico, o meglio, impossibile! Che te devo dì? =P
RispondiEliminaUno dei due mi manca, dell'altro sai già cosa penso e proprio per questo, almeno per centordicimila anni, direi che basta così. XD
Diciamo che proprio a causa tua, mi sono impelagato anche nell'altro... ;)
EliminaThe Loobstar volevo vederlo, ma non è che sia proprio un fan sfegatato dei distopici.
RispondiEliminaVediamo se ho tempo.
PS: hai l'instagram di fuori.
EliminaL'ha fatta fuori del vaso. Come Lobster..
EliminaNe ho visti tanti di film distopici, a volte intrigano altre no, ma un'idea precisa non me la sono fatta a dir la verità, comunque in parte condivido il tuo pensiero ;)
RispondiEliminaComunque due insieme ammazzerebbero un bue distopico...
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