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sabato 14 gennaio 2017

CINEMA DISTOPICO













Normalmente dicesi distopico di cinema vagamente incartato tra futuro ed alterazioni del passato o che narri, comunque, in maniera tormentata, di uno stato sociale alterato o alterabile.

In questa ottica, lo sforzo cui mi sono sottoposto sorbendomi consequenzialmente Mr.Nobody e The lobster, indica - grosso modo - il grado di distopia che cerco di iniettarmi a grosse dosi, l'inconscia insoddisfazione del reale cui appartengo, e la frequente delusione nel valutare che, comunque, i modelli proposti, forse non valgono per niente la pena di rivoluzionare il convenzionale acquisito.



Mr.Nobody scimmiotta Sliding doors in modalità futuristica, The lobster ridicolizza i rapporti umani mettendo a nudo primordiali bisogni singoli che prevaricheranno sempre la coppia.

Colin Farrell in una delle sue massime espressioni espressive


Il primo ci narra di un centodiciottenne nel 2093, ultimo esempio di vita umana non alimentata artificialmente e senza possibilità - ormai normale - di una vita eterna. L'arzillo vecchietto, intervistato, ci racconterà - magi(distopi)camente - delle sue infinite vite passate, a seconda che nasca da una o da un'altra famiglia, che segua il padre o la madre dopo il loro divorzio, che sposi o meno una delle tre ragazzine che gli fanno il filo.

Jared Leto, invece, in una delle sue.


Ottime alcune trovate tecniche e di montaggio, noiosetto tutto il resto, déjà vu in troppi casi, citazionistico allo spasimo, alla lunga disarmante.
Paragonato anche a Cloud Atlas, il quale potrebbe essergli debitore in diversi frangenti, ma che spettacolarizza a livelli decisamente superiori.
Ecco, forse questo latita in Mr. Nobody, il voler spettacolarizzare ma col budget ridotto al minimo sindacale.



The lobster al contrario si frega con le sue stesse mani, volendo stupire ad ogni fotogramma, cercando di mettere a nudo istinti a noi sconosciuti, o meccanizzando natura, impulsi e inclinazioni cui normalmente diamo un peso relativo.
Stravolge quindi la normalità dei comportamenti evidenziandone altri che non riusciamo a farci appartenere, anche noi seduti comodamente davanti un film e inclini, solitamente, a giustificare eventuali derive registiche.
Fino a che il troppo non stroppi, però.




Ora, mi chiedo, dopo questa indigestione distopica... dovrei riguardarmi La vita è meravigliosa? Il prototipo della distopia formato famiglia..



7 commenti:

  1. La verità è che mi serviva del tempo per tornare a parlare di cinema distopico, o meglio, impossibile! Che te devo dì? =P
    Uno dei due mi manca, dell'altro sai già cosa penso e proprio per questo, almeno per centordicimila anni, direi che basta così. XD

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    1. Diciamo che proprio a causa tua, mi sono impelagato anche nell'altro... ;)

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  2. The Loobstar volevo vederlo, ma non è che sia proprio un fan sfegatato dei distopici.
    Vediamo se ho tempo.

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  3. Ne ho visti tanti di film distopici, a volte intrigano altre no, ma un'idea precisa non me la sono fatta a dir la verità, comunque in parte condivido il tuo pensiero ;)

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