Succede che li conosci da tempo questi due.
Li conosci sul web, dai loro post e dai loro commenti. Non sai neanche
se si chiamino effettivamente così, ricchi dubbi anche sui luoghi da dove
scrivono.
Ma ti piacciono e ti intrigano.
Ti affascina soprattutto – inutile negarlo
– questa loro storia d’amore nata sul web, questo attirarsi solo per la capacità di essersi scoperti, letti
e compresi attraverso un modem, prima ancora di vedersi o ascoltarsi.
Poi finalmente l’incontro, il
rivelarsi di affinità elettive solo supposte, il contatto visivo, umano,
epidermico.
E’ un amore che esplode e
cresce anche per noi, che facciamo il tifo e prenotiamo un posto in chiesa, tra post travolgenti e tenere dichiarazioni, un amore che continua a
cibarsi di blog, e ad espandersi nella rete, a beneficio di tutti quelli che
hanno visto nascere, e crescere, questa storia bellissima, perché in fondo è proprio
al blog, che deve tutto.
Alla capacità di comunicare
noi stessi, di trasmetterci quali siamo e spesso anche più intimamente. Una
scommessa vinta subito se non si bara, se ci si apre al destino, se si
comprende che un’anima gemella può respirarci tenerezza anche da un display.
E noi altri a
cullare questo avvenimento, questa sorta di nascita in cattività, come se la
blogosfera non potesse permettersi di sfornare sentimenti nobili, ma solo rapporti surrogati, confidenze burocratiche. Che non palpitano.
E succede che finalmente
riesci ad incontrarli, li inviti a casa e loro sono titubanti perché anche tu, comunque, sei un prodotto del web, potenzialmente inaffidabile, parole senza
sorriso, sentimenti senza sguardo. E un giorno, finalmente, le circostanze sembrano favorire l'incontro, uozzap, messaggi, indicazioni stradali, una voce al cell... e di punto in bianco l'incontro di "terzo tipo"
E sono proprio loro, per mano
come due innamorati non del tipo 2.0, ma old style, vecchia maniera, tipo.. incontrati a una festa o in spiaggia.
Invece no.
Loro hanno sfidato la banda larga,
hanno attraversato il portale della diffidenza, hanno smagliato la rete, hanno azzerato le distanze, e hanno vinto.
E sono belli e giovani,
luminosi e sorridenti. E anche tu che hai imparato a scorgere sguardi e sorrisi
solo da un post, ora li hai lì per te,
davvero, con tua moglie basita, incredula che certe storie possano accadere
davvero, che poi ti dirà sorridente, “potrebbero essere nostri figli”, finalmente rassicurata da quella candida
innocenza, dai sogni che tracimano dai loro occhi, dal futuro che li avvolge potente.
Dai loro modi spontanei, dalla
loro felicità, dalla loro scommessa vincente.
Perché se è il cuore che detta le regole, non si può aver paura di nulla.
Grazie di tutto!