L'ambiziosa
ultima opera di Veronesi scorre frenetica oltre quarantanni di vita
lavorativa ed affettiva del buon Ernesto, semplice ed onesto figlio,
lavoratore, sposo, padre di famiglia sballottato tra eventi di
un'Italia che si dimena tra piccolezze, furberie e canaglierie e,
dall'altra parte, gente modesta e genuina che ne salvaguarda
l'identità di paese sano e lavoratore.
In questo
panorama apparentemente complesso, dove Veronesi zooma
megliogioventuscamente un affresco italiota da far rizzare i capelli
(si salva solo il Mondiale dell'82...), menando fendenti alle
raccomandazioni, all'arte fasulla, ai politici corrotti, alla malasanità, al
terrorismo, e pure a certo cinema farlocco (autogol?!); il nostro piccolo eroe sbanda ma non demorde, attaccato
come una cozza a valori etici dei quali lo stampino è ormai da
ricercare giusto nella mega discarica che apre e chiude il film.
Certo man
mano che scorrono le immagini ci rendiamo conto che l'ultima ruota
del carro,
Richky Memphis in posa plastica |
a dispetto di tutti i trucchi e cambi di pettinatura,
rimane sempre Ricky Memphis,
che a qualcuno risulterà pure
simpatico, ma la cui monoliticità espressiva ci disarma
inesorabilmente facendo sorgere interrogativi dai risvolti
pseudoesistenziali tipo: ma chi lo raccomanda a questo?!
Elio Germano
invece si carica sulle spalle carro, ruote e baraccone e si dimostra,
assieme a Timi, uno dei pochissimi new generation, a saper dettare
tempi e ritmi tranne quando tende a strafare (ma lì immagino
responsabilità più registiche..), come nella scena di commozione al
funerale del Maestro (un Haber in pausa caffè).
Gli altri
protagonisti la svangano senza infamia e senza lode, anche se la
Mastronardi ci appare recitativamente acerba, Rubini il vizioso senza scrupoli lo veste pure discretamente e Virginia Raffaele è ancora un talento
inesplorato.
Peccato poi
quello sgangherato sparatone finale, propedeutico solo al telefonatissimo ribaltone tarallucci e
vino che l'utente standard, con la sua ansia da sbarco, approccia per
colpo di scena.
Purtroppo in
linea di massima, 'sti trucchetti ancora funzionano, ed in cabina di
regia non lesinano certo scrupoli a farsi un'idea un po' cialtrona
della media degli spettatori.. ma così va ormai certo cinema... senza
il trucco salva emozioni si rischia l'anonimato...
ed a nessuno
piace essere considerato, almeno in Italia, l'ultima ruota del carro..
Questa volta posso concordare con te sul giudizio del film, in sintesi carino ma senza entusiasmarsi troppo.
RispondiEliminaTi ho pensato sul mio blog, non per contestare la tua critica al film ma......
..che onore.. il Biondelli sul mio blog e la Luisa sul suo!! .. stiamo invadendo il web.. ahah
EliminaMh, quindi una cosa tiepida... eppure il cast non è affatto male (e Memphis ok, cazzo, doveva tornare a Distretto è__é)
RispondiEliminaMoz-
..dai, la ruota non la fa male... ;)
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