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giovedì 17 ottobre 2013

CARNAGE (2011)


Avete mai fatto fatto una quaterna secca sulla ruota di Bari?
No eh? Polanski invece c’è riuscito.
Ha puntato su quattro schizoidi, patologicamente diversi uno dall’altro, e gli sono usciti proprio tutti insieme, nello stesso appartamento, sulla ruota di New York.


E’ una messinscena che abusa della nostra pazienza, che tira per bene la corda piazzando, come se non bastassero quattro disturbati messi assieme per far danni, anche una serie di combinazioni astrali irripetibili (la mamma di Michael - John C. Reilly -) che assume lo stesso, ambiguo, medicinale che l’avvocato Alan (Christoph Waltz ) sta difendendo da media e testimoni scomodi;


Penelope (l'istericissima Jodie Foster, doppiata probabilmenteda Donald Duck) che tiene sul tavolino del salotto - dove abitualmente si poggiano caffè, tramezzini e tortine varie (come in effetti avviene), un preziosissimo ed introvabile catalogo della mostra del 1953 a Londra su Oskar Kokoschka, alla mercè di qualsiasi devastazione gastronomica; e non ci pare strano a noi? Noi che teniamo le lenzuola pure sui divani a saldo di Mondo Convenienza per paura che prendano contatto con l'atmosfera circostante?


In realtà in sala si propaga da subito il risolino facile, perché 'sta tragedia la prendiamo tutti molto a ridere, probabilmente è proprio la quaterna di schizzati che non consideriamo sul serio, e tutta la sequenza di combinazioni ed atteggiamenti che non fanno che minare la convivenza alla stregua di un mini Grande Fratello, ma chi l'ha prodotto 'sto film? La Endemol?




Il puntuale apparire di ospiti che stai prendendo in giro, ma guarda un po'!, proprio mentre sei voltato di spalle, gli irreali approcci verso, ad esempio, la pittura di Francis Bacon, beniamino di casa - quando siamo ancora in fase di salamelecchi e cerimoniali, per quanto forzati -, se la tua interlocutrice Nancy (la pienotta, per l'occasione, Kate Winslet) definisce la pittura di Bacon, sfogliando il volume: “Crudeltà e splendore”, tu non rettifichi stizzita:


Caos ed equilibrio”, chiudendo il volume, togliendoglielo dalle mani e rimettendolo in linea col tavolino (e se non vuoi che ti sfoglino libri e cataloghi - per favore! -, il tavolino del salone è l'ultimo posto della casa dove li posizioneresti...), ma l'utente medio sembra non far caso a tutte queste ovvietà, alle mille forzature architettate per far si che l'incontro deflagri, e s'infervora nel prendere posizione mano a mano che le coppie si sbarazzano del savoir faire. 


Ed allora si cucca in rapida successione l’avvocato che, ricevuta una telefonata (e siamo ancora a bocce ferme, nel senso che nessuno ha ancora sbroccato), appoggia la gamba alla John Wayne sulla consolle dell’ingresso (ma dove s’è visto mai? Neanche a casa di un camallo cassaintegrato…), oppure tutti in silenzio imbarazzato ad ascoltare le telefonate altrui - non succede più neanche tra adolescenti! -, la Nancy che non solo non va a vomitare in bagno, ma neanche fa finta di cercare un angolino a terra, e poi, invece di berci sopra un canarino (camomilla e limone, ma forse non usa a New York, niente canarini, solo criceti ...), ingurgita coca cola e wiskhy!! e sarò strano io...; Michael poi, che sembrerebbe l'unico sano di mente (a parte i criceti seminati per New York), svirgolerà quasi più psicopaticamente degli altri, assieme alle borse che volano, i fiori sbatacchiati ed i cellulari affogati, ma che vuole darci ad intendere il buon Roman? Che sotto chirurgica (si fa per dire..) sollecitazione risulteremmo tutti infami fenomeni da baraccone? Magari potenziali barbari in embrione? E' forse questo l'assioma da celebrare?



Resto dell'idea che ci troviamo di fronte a quattro schizzati partoriti da una mente schizzata.


Anche gli “stupefacenti” effetti di camera a spalla, con controcampi e gestione degli spazi, non m'hanno appassionato, con bagno e cucina a monoangolazione; e di più: la sequela di tentativi iniziali della coppia ospite, di lasciare l'appartamento e far terminare il film dopo quattro minuti, non solo risulta, cinematograficamente, di una sterile inefficacia (come nei b-movie che fanno rischiare subito la morte al protagonista, cosi tutti a casa coi popcorn ancora intatti...) ma pure noiosa se reiterata a più riprese.

Non ho letto Il dio del massacro, testo dal quale è stato tratta la psicopatia polanskiana, ma nutro seri dubbi che nel libro venga montato cosi grossolanamente lo smembramento delle convenzioni e con i medesimi parametri con i quali ci viene (ri)proposto su grande schermo.
Se cosi fosse, del resto, la civiltà umana si sarebbe smembrata in autonomia già da tempo, scorticata ad ogni semaforo troppo rosso, sradicata di cervello ad ogni fila alla posta che oltrepassi le due ore di attesa, o ad ogni riunione condominiale con presenti più di tre condomini...


Per fortuna non è cosi, e pare che anche gli stupratori (ogni riferimento al regista non è affatto casuale..), assieme a quelli che fumano il sigaro in casa anche se la moglie non vuole, risultino ancora in minoranza...



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