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martedì 6 agosto 2013

GARBANZATE

Non trattasi di comune brianzolo, ma di neologismo (scaturito da leggendaria play di Astronomy domine - cfr FilmTv play su Joseph Garbanzo -) concernente attività eccentriche, tra il goliardico ed il cialtronesco, molto in voga tra le pagine del web.




A grosse linee si ciarla di bufale infiocchettate ad arte su fantomatici attori, registi o creative trame appioppate a film, magari esistenti (per permetterne l’accesso al database), ma ignoti alla moltitudine.

Scendendo in analisi più approfondita, non si disserta del solo spacciare il falso per  semplice gusto del raggiro fine a se stesso, ma di un più raffinato esercitare  personali aspirazioni, dare sfogo all’intimo crogiolo di presunte doti registiche autoctone.
Perché oltre ad essere milioni di commissari tecnici della nazionale, siamo anche milioni di registi e sceneggiatori, ed allora plasmiamo, ogni tanto, fantomatici personaggi che immaginiamo, alacremente a capo di manipoli di attori e maestranze, ed imbraghiamo loro attorno, ancor più immaginifiche carriere, animate dal mai domo spirito di denuncia, oppure architettiamo film spettacolari, dal capriccio arzigogolato, trame avvincenti che aneleremmo vedere proiettate magicamente, un giorno, su mega schermo.
Non viviamo, del resto, in un mondo dove l’occultamento ed il non manifesto la fanno da padrone? Dove Falcone è già stato ucciso da ben altri personaggi, dove la strage alla Stazione di Bologna ha “solo” coperto lo scandalo Ustica (dopo ormai trent’anni ancora tra dinieghi e mezze ammissioni…), dove magari le famose torri sono cadute giù per fornire il via libera al guerreggio ad oltranza, o dove un Papa troppo dolce ha infastidito fin troppi papaveri della Curia (come ipotizzo nella fantascientifica rece di KT).





Lasciateci sognare, ed azzeccare magari la verità, alla stregua di un superenalotto, sbussolando dalle nostre fantasie numeri ad effetto… chissà che giocando e pazziando, qualche “verità nascosta”, non la buttiamo proprio noi, lì sul tavolo delle ipotesi…   





[KTGiapponeCorea del Sud 2002Thriller, durata 138']   Regia di Junji 
Sakamoto



Curioso vedere il cinema coreano accostarsi ad e(pope)e (è il caso di sottolinearlo) occidentali come in questa fantastory che rifà il verso a certe recenti danbrownerie. Un Papa impazzito (o rinsavito chissà…) decide un giorno di liberarsi, in nome del mondo che soffre, del Vaticano, svendere proprietà, liquidare monasteri, disfarsi di chiese, “spossessarsi del demonio”, come annuncia all’Angelus.
Si scatenerà una guerra santa. Il vicario di Cristo se la rischia, i popoli plaudono, i potenti deplorano, l’esempio viene raccolto a denti stretti, Gli equilibri si sfaldano, i coperchi ribaltano. Si rischia il collasso dell’apparato “Chiesa”, nella sua accezione di emblema di sovranità. Un giovane seminarista (Koichi Sato in stato di grazia in tutti i sensi) ed una suora laica (la fin troppo fascinosa Creep), affiancati dagli eventi, imbastiranno la fuga del Pontefice (un inedito coreano Kim Kab-soo, forse troppo perennemente accigliato) minacciato dai poteri occulti.



Che ci ricordi comunque Giovanni Paolo I non è probabilmente un caso, questo Papa visibilmente turbato che si affida spesso ad un Dio antico quanto dimenticato. La storia affascina anche se convince a fatica la maratona dei fuggiaschi tra sette, sodalizi, congregazioni ed associazioni più o meno occulte che tentano il ripristino degli equilibri di controllo temporale. Esalta in compenso l’angoscia dei ricchi di spirito che si abbatte sui ricchi (e basta), la tenacia della Fede sulla barbarie del profitto, gli orizzonti della speranza oltre i confini della miseria (di spirito). Il finale vagamente fantasy magari non esalterà il puritano ma dona verve ad una trama altrimenti non sufficientemente affrancata dal classico mystic thriller, Una certa new age rivalutata in ambito possibilista, e supportata da questo cinema orientale che raffigura personaggi eroici, votati all'ideale collettivo, tutto sommato, può incarnare il sogno dello spettatore medio.
Gli escamotage sfiorano la credibilità come neanche Dirk Selley aveva mai fatto supporre con le sue temerarie teorie letterarie, ed il montaggio frenetico, i piano sequenza mozzafiato ed ardite riprese con camera a spalla rendono commestibili le oltre due ore anche ai palati più ostici. Opera prima, questa di Sakamoto, pupillo ed ex aiuto, in diverse occasioni, di Ozu, da non sottovalutare. KT sta per Killing the Trespasser. Un messaggio ammonente e  rivalutante per l’intero lascivo occidente.




 
 

2 commenti:

  1. red or blue? e quello che ti ha chiesto il rimborso per aver comprato, sulla scorta della tua rece, il dvd asiatico di Kt... e a caro prezzo?

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  2. A Nevechevola (e che beve..) ho promesso una cena di rimborso... mi sono cosi divertito che gliela offro più che volentieri!!!...

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