LA MIA PAGINA FLICKR

domenica 29 ottobre 2023

ANCORA SULLE EMOZIONI

 



Continua, neanche troppo sottilmente, la campagna dove, tra le emozioni più importanti del pacchetto che ognuno di noi coltiva, se ne accentuano alcune decisamente negative.

Il titolo dell'articoletto nella foto sopra è decisamente esemplificativo dell'andazzo.

"Ansia, colpa, vergogna..
il dizionario delle emozioni"

A voi tutti, non iscritti all'Albo degli Psicologi,
sembra normale?

Che vita grama che facciamo.. brutalmente subordinati a sensazioni che prevaricano costantemente emozioni "secondarie"  come gioia, serenità, amore..  :(

ah no, scusate.. immagino già le proteste: anche la gioia è da considerare emozione primaria. 

Solo quella però.. non vorrete mica vivere sereni tutta la vita.. ;)

mercoledì 25 ottobre 2023

GLI ABITANTI D'OTTAVIA

 


"Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti d'Ottavia, è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge".

(Le città invisibili  -  Italo Calvino)   

Illuminante questo passo. Contraddittorio a prima lettura, ma a ben guardare, con una precisa evidenza ad emergere inequivocabilmente.
La precarietà dei residenti d'Ottavia, la cagionevolezza delle infrastrutture, la delicatezza e la cautela con la quale affrontare ogni minimo movimento, li rende irrimediabilmente coscienti della loro provvisorietà.

La consapevolezza dell'abisso che non è metafora della fine, ma baratro reale che si avverte con l'eco del vuoto pronto a inghiottire, istante dopo istante. 

La certezza della fine disegnata nel buio sottostante, il non ritorno che dispensa freddo acuto in piena estate. Una rete che ingloba e attanaglia, ma che può lasciar sfuggire via attraverso le sue maglie sottili e rarefatte.

L'incostanza che rende tutto maledettamente certo.


lunedì 23 ottobre 2023

SCODELLARE

v. tr. [derivato di scodèlla] (io scodèllo, ecc.) - 1. Versare nelle scodelle, cioè nei piatti fondi, la minestra o altra vivanda, specie liquida o semiliquida.
(Treccani)

Nel moderno immaginifico culinario ormai si impiatta, non scodella più nessuno, eppure il termine  rimane sinonimo di infinite altre attività ..

scodellare bugie,  un segreto, un cross.. si scodella in svariatissime attività .. anche i figli si scodellano, la pappa o le proprie vicende familiari, in pubblico ad esempio, o su un blog..
personalmente ne ho riscoperto il simpatico utilizzo letterario del vocabolo rileggendo Le Cosmicomiche di Calvino:

"Pfwfp sapeva tutti i posti dove si formavano gli atomi nuovi e ogni tanto ci faceva un giro e li coglieva lì sul posto, appena scodellati" 

ed eccovi scodellato anche il post. 



giovedì 19 ottobre 2023

IO CAPITANO (SI SPOILER)

 


Non voglio apparire sempre polemico, ma questo Garrone dispensa fiabe e non a scopo di riflessione.
Purtroppo penso a quelli che non partono da una colorata e allegra Dakar, così per sport, a quelli che non vedono la riva dei sogni ma solo il fondo del Mediterraneo o per certi versi, ancora peggiori, quelli che, beffati dal destino, vengono rimpatriati e nei lager libici ci resteranno, senza nessuna telecamera, nessuna seconda occasione.

Certo splendida la fotografia, specie sugli sfumati titoli di coda,esaltata dai fermo immagine, la musica coinvolgente, azzeccato anche lasciar fluire la lingua originale, intrecciata tra il wolof senegalese e il francese per far raccapezzare i protagonisti col mondo attorno, ma fin troppo appiattita e, paradossalmente, positiva storia e visione, come il battello che fila veloce su un mare ideale, le fontane coi giochi d’acqua stile Versailles, i lavoratori edili col berretto antinfortunistica, i mafiosi libici figurine estratte direttamente da Gomorra..

Si è puntato anche troppo sull'immagine di Seydou, da ragazzo sognante a sempre più eroe necessario che vuole salvare la donna ormai esausta nel deserto, andare in galera col cugino, sopravvivere alle torture, capitanare lo scafo, tirare fuori i moribondi dalla sala macchine, sedare gli animi esasperati a bordo invocando Allah, ad un certo punto mi aspettavo che facesse partorire lui, la donna in barca, ma Garrone non ha voluto esagerare..

Ma se alla fine Seydou non fosse arrivato.
Se proprio ad un minuto dal The End, fermo restando tutto il resto, il barcone fosse affondato tra i flutti, con tutti i sogni, le partorienti, i bimbi, le donne, storie e tormenti di ognuno di loro, e il mare si fosse richiuso placido, senza un elicottero, un telefono per urlare soccorso, una ONG all’orizzonte, nulla.

Avremmo avuto una storia probabilmente più reale.
Di quelle che non si narrano mai.

Una storia da farti uscire dal cinema col sorriso mozzato, e lo stomaco sottosopra.
Senza bisogno di sangue a litri e scene truci.
Una storia da far vedere davvero nelle scuole.

Perché per ogni Fofana -  scafista costretto - che si salva, si sposa e lavora in Europa (la storia vera da cui Garrone trae quella di Seydou), ce ne sono altri nove che non sopravvivono per scorgere questo mondo di lucine, ribalte, passerelle e premi cinematografici.

lunedì 16 ottobre 2023

E' STATA UNA BELLA GIORNATA!

 


.. prendo spunto da un raccontino di Maurizio Maggiani apparso su Robinson di Repubblica..  parla di un'espressione colta sulle labbra di una ragazzina, di ritorno dal mare coi propri genitori:

"E' stata una bella giornata!". 

Una consapevolezza ed un'innocenza di bimba che coglie la soddisfazione e la semplicità di un fresco trascorso felice e ancora palpabile.. senza la frenesia adulta del dopo, di quello che segue, che verrà e che avverrà.. la capacità elementare di godersi il momento, di rendersi conto di un istante sereno, adesso e ora, e del volerlo tenere a mente, con tutte le meraviglie accessorie che grondano ancora sorrisi e quiete..

Maggiani si chiede quando è stata l'ultima volta che, in coscienza e piena naturalezza, abbiamo detto noi adulti (e ce lo siamo detti) "è stata una bella giornata", e di conseguenza ho ribaltato l'interrogativo su me stesso, scoprendo che probabilmente non di rado mi sorrido degli avvenimenti, di un sereno fluire del tempo, di un pacioso prendere atto di quel che accade..
ma a volte è anche il carattere che influisce. 

L'accondiscendenza agli eventi è buon escamotage, l'accompagnarsi quasi sempre con una sorta di serenità "beatamente certi" come sottolinea ancora Maggiani "di averne avuto diritto".

La auguro a tutti voi, una bella giornata.

venerdì 13 ottobre 2023

UNA FIABA PER IL FIGLIO CHE NON HO

C'era una volta un vento fortissimo che continuava a vorticare, e in paese tutti dovevano rimanere dentro casa, altrimenti sarebbero volati via assieme a foglie, giornali, nuvole e ombre.

Un giorno, però, il piccolo Davide decise che era giunta l'ora di affrontare le folate e uscì di casa, appena in strada si ritrovò librato in aria senza poter opporre la minima resistenza, scorgeva l'abitato in lontananza divenire sempre più piccolo e perse i sensi mentre faticava anche solo a respirare.

Si risvegliò in riva ad un ruscello mentre un pesciolino con la testolina fuor d'acqua lo guardava curioso.

"Cosa ci fai qua ragazzino?"

Non lo so, sono volato e mi sono perso.

"Nessuno arriva qua perdendosi, forse hai sognato una volta del Paese Fantastico, e hai pensato che, chiudendo forte gli occhi, il desiderio ti avrebbe trasportato, ed ora eccoti qua. A volte funziona davvero.
Il problema è che non potrai tornare indietro ora, perché non è più un sogno questo."

Davide iniziava a preoccuparsi. Gli mancavano già la mamma e la nonna, e i deliziosi moscardini fritti che gli venivano preparati per cena.

Prese al volo il pesciolino che sguazzava di fronte a lui e decise di farselo alla brace.
Di legna quanta ne voleva, gli mancava il fuoco, ma guardandosi attorno notò una casetta con un filo di fumo che usciva dal camino, s'incamminò mentre il pesciolino si dimenava con sempre meno vigore trovando però la forza di dirgli:

"Se mi lasci libero ti indicherò dove trovare da mangiare già pronto e anche molto più appetitoso di me, ma per favore non in quella casa dove vive gente inospitale e anche poco raccomandabile".

Davide ci pensò un attimo e decise che il pesciolino stava arrampicandosi sugli specchi, ma apprezzò i suoi tentativi, considerando di non essere poi così amante di pesciolini grigliati, spesso pieni di spinette infide.

Dov'è che potrei andare allora? 

"C'è una casa appena dietro la collina" biascicò il pesce sempre più debilitato, "amano gli arrosticini di pecora e ne riservano sempre per offrirli ai viandanti".

Davide, che era un buono comunque, rigettò il pesciolino in acqua ma decise che c'era troppa strada da fare per scavallare la collina, e si apprestò quindi a bussare alla casupola appena raggiunta.
Gli aprì una vecchietta dal sorriso tenue e dall'interno si sprigionò un'aroma di pesce alla brace pronto per essere gustato.

Chissà perché voleva farmi fare più strada il nostro pesciolino, ripensò Davide, ma neanche finito di formulare il concetto, un coltellaccio spuntato furtivo da sotto la gonna della donna, gli si conficcò tra cuore e costato, lasciandolo stecchito. 

"Amore" proferì allora la vecchina rivolgendosi all'interno della casa.. finalmente basta co' sti arrosti di pesce insulso.. oggi carne come si deve!"

Morale della favola:  gli arrosticini valgono sempre un po' di strada in più, diffidare delle vecchiette indifese e dar retta ai pesciolini parlanti, qualche volta.
E considerare, infine, che le favole raccontate ai figli che non hai, tendono sempre a strabordare di un insano sadismo.. ;)

martedì 10 ottobre 2023

INTERROGATIVI


In quanti siamo a scambiare opinioni dentro di noi?
E col tempo - già troppo per tanti - formuliamo ancora ipotesi circa gli errori del passato, i dubbi del presente e le possibilità del futuro?

Un minimo senno di poi aiuta a chiarire chi siamo stati, come siamo giunti ad ora e cosa ancora vorremmo/potremmo essere?

Ciò che siamo ora lo valutiamo davvero con  obiettività, discernimento, equilibrio, lucidità? C'è consapevolezza della strada percorsa in un determinato modo, e del perché?

Ci troviamo spesso in balia dell'indecisione - del timore - di non poter adempire compiti, risolvere problemi, ottenere risultati o soddisfare desideri nostri e di persone cui teniamo particolarmente?

E siamo convinti dei nostri, anche vaghi, intenti? Oppure pianifichiamo frenetiche, differenti traiettorie, dichiarando proclami di volontà comunque soggetti a irrequieti refoli di stati d'animo?

Nel futuro passato (meraviglioso ossimoro) abbiamo mai intravisto strade luminose tanto da far presagire intenti e avvenimenti poi rivelatisi esatti, o siamo stati più facili percettori di sentieri bui pronti a carpirci?

Potremmo nutrirci di affermazioni consistenti, sfrontata sicurezza, qualche volta, e non sempre di continui interrogativi?

Siamo convinti che un buon terapeuta (non) potrebbe illuminarci fornendo scenari che mai avremmo intravisto in autonomia?

;)

sabato 7 ottobre 2023

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE - L'OSCAR AL MULTIVERSACCIO

 


Un piccolo film. Minuscolo direi: come noi persi nell’universo, quello vero, insomma; ma per altri “versi” lo scorgo ancora più insignificante, impercettibile.
Fatto sta che sempre nel nostro, di verso, ha beccato Oscar e nomination a gogò, probabilmente da una giuria proveniente da un altro sistema solare, dove magari i Lumière, o chi per loro, devono ancora approdare.
Assurdo questo successo,  ma avvenuto veramente, a significare che la multi(di)versità è possibile, e cioè che qualcosa di elementare, rozzo, sempliciotto, goffo, col trucco posticcio da circo di periferia, riesca a rimbambire critici e pubblico chiudendoli nello sgabuzzino parallello a quello dove, invece, si potrebbe girare grande cinema.
Espedienti visivi stravisti mutuati da Limitless o ancora più indietro: De Broca, "appena" nel ’73, in Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo, già passava allegramente per multiversi come pretendono ora i novelli The Daniels, che oltre alle cineserie, al kung fu di serie C, ai costumini grotteschi, a soluzioni che vorrebbero andersoniane ma che sfiorano appena il mondo di Wes, ad un’apparente frenetichezza di montaggio in realtà statica, a sfruttare giusto due/tre location e layout da playstation, si ripetono per infiniti 140 minuti coi quali probabilmente tanti altri avrebbero fatto girare iperbolicamente l’utenza per una decina di multiversi reali.. quello che riesce meglio, alla fine, è l’universo coi sassi, dove si discute di mer**a, probabilmente riferendosi ad un pietrificante  Everything visto in sala.. Ci sarebbe da tirarli in realtà (i sassi), ma si getteranno dalla rupe in autonomia, come avremmo sperato anche da parte di questi due registi i quali mai, immagino, nel peggiore, schizoide e più paranoico dei multiversi alternativi, avrebbero sperato di poter vincere un Oscar come Miglior Film e fare incetta di premi e premini.
Giuro, ancora non ci credo..  

giovedì 5 ottobre 2023

IL DIBATTITO SURREALE

Ed eccoci, di domenica pomeriggio, in pieno centro, a Roma, alla presentazione del "Laboratorio Roma050", progetto capitolino per la riqualificazione urbana con Stefano Boeri (l'architetto del bosco verticale milanese) a gestire operazioni e nuove idee. Intervistato dallo scrittore Filippo La Porta (da sempre affascinato dalla sua residenza all'Aventino), assistiamo invero a sperticati elogi l'uno verso l'altro; si viaggia molto a chiacchiere, enfatizzando ed esaltando lo spirito e le atmosfere romane, nonché l'entusiasmo verso questa nuova (ed onerosa) avventura che - nomen omen - si pone come traguardo definitivo il 2050(!)

Uno dei punti cardine sembra essere rappresentato dal teorema dei "quindici minuti", di cinquestelliana memoria, per quanto riguarda giusto il tentativo di realizzarla a Roma, e prima ancora eleborata da Carlos Moreno, docente alla Sorbona; idea secondo la quale ogni cittadino deve poter usufruire di tutti i servizi essenziali nel raggio temporale di quindici minuti (spazi verdi, sanità, scuola, amministrazione, lavoro, sport, tempo libero, spesa, etc..). 

Roba da fantascienza anche in provincia.. in pratica si dovrebbe ricostruire un'altra Roma, accanto a questa.. ma tanto, nel 2050, chi si ricorderà più.. intanto le sovvenzioni, però, partono da subito..

Paradossale ed emblematico, nell'occasione specifica, il luogo scelto per questa presentazione: Piazza Borghese, in pieno centro storico, con un'arteria trafficata a scorrere di fianco e continui rombi di moto, auto e clacson a disturbare l'intervista.. tanto per evidenziare quanto distanti siano dalla realtà questi geniali pontificatori..

Viene da parafrasare Calvino:
"Di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie che offre, ma la risposta ad una tua domanda ..di parcheggio".

domenica 1 ottobre 2023

SCRIVO..





 ..armeggio con le parole come altri assemblano esplosivi.

E posso ferire anche di più, lasciando cicatrici profonde, così come me ne vengono inferte, con la medesima moneta.

Me ne sto qui sereno sulla mia tastiera a scovarmi dentro, ripiegare pensieri, aggiustare opinioni, mettere lo scotch alle aspettative frantumate, massaggiare con cura tutti i futuri che sogno e quelli trascinati via dalla corrente.

E già questo risulta comunque piacevole, un passatempo impagabile, un riempire di spazio la confusione che gravita, il riordinare vaghezza che attende solo di impigliarsi nero su bianco, invece di frullare ingovernabile..

Poi ci si taglia anche da soli, capita e capiterà, un cerotto e via. 

* * *

Ci parlo col cuore

quando trasmette angoscia,

e anche mentre palpita felicità.

Concilio equilibrio, auspico accortezza:

nè baratro, nè vetta,

non buio indistinto, non abbaglio che accechi: 

gli dico, al cuore. 

Ma non sempre restituisce un minimo accenno.

Spesso resto solo impigliato

in un dedalo di nervature e legamenti

come asettica segnaletica

di una via della quale non scorgo meta.