Andrebbe scritto prima - ma senza averne coscienza - e ovviamente letto, dopo.
Dovrei posteggiarlo per i posteri.
Quindi, scritto ora “in
funzione di”, e letto - forse - , da voi, subito dopo ma “prima che”, infrange almeno
un paio di assiomi (e sicuramente un postulato) in una botta sola.
Vero che trattasi di
gioco di parole, ma quanto hanno ancora voglia di giocare, le parole?
Le parole che non troviamo giocano a nascondino, ma le altre?
Quelle scritte su post-it irrimediabilmente persi, che si presentano alla rinfusa senza neanche aspettare la riga di competenza e pretendono la prima fila, o come capoverso e pure la maiuscola?!
Poi magari un giorno ti metti lì, apri word e niente, foglio bianco,
sciopero di parole, anche paroline, neanche le interpunzioni si presentano..
come se avesse aperto un Word di nuova
generazione al piano di sopra e tutti i vocaboli del mondo accorressero in per
di lì.. ma non mi scoraggio: abbozzo, programmo, postumeggio.
Poi si scriverà,
intanto rubo il titolo, chiedendo il permesso ad un amico carissimo, e butto
giù qualche parola colta da depositi in disuso.
Ma devo sbrigarmi a
pubblicare, altrimenti il post(umo) presunto potrebbe precorrere i tempi, io divenire
troppo presto passato, e lui diventare un postumo doc, con tutti i crismi che
io voglio invece anticipare, rendendolo un abbozzo di futuro illogico e solo incubato.