domenica 11 ottobre 2015

I LIBRI (e di conseguenza i film) IDIOTI: "UOMINI CHE ODIANO LE DONNE" di Stieg Larsson



Leggere un libro e vederne il film spesso comporta smottamenti emotivi. In questo caso le componenti si moltiplicano e cercherò di metterle tutte sul piatto.
Partiamo dal presupposto fondamentale: il libro non mi è piaciuto.
Punto primo: ti intriga con un malioso ed affascinante incipit che resta clamorosamente fine a se stesso sia nel libro che nel film, e trovo semplicemente incredibile che tanti amanti del thriller si accontentino dello zuccherino fatto balenare appena un attimo....
Punto secondo: se la tira per buone trecentottantanove pagine di contorno narrativo, ed io, giuro, ho continuato a leggere solo per vedere dove avevano imboscato il mio ormai logoro incipit dal fascinoso acchiappo iniziale.
Punto terzo: si conclude sconclusionando con una serie di alambiccate soluzioni stratirate per i capelli e molto della serie "guarda un po' che me devo inventa' pe' fa' du sòrdi co' 600 e passa pagine de libro".

Chiudi il voluminoso volume e dici: ragazzi, gli altri due libri della saga ve li leggete voi e quelli della palazzina vostra.

E torniamo a bomba. Da ambedue, libro e film, salvo la Lisbeth, elemento anomalo, dal carattere scorbutico, che catalizza attenzione e tenerezza, sottodimensionata anche lei dal film che,  paradossalmente, la eleva a protagonista assoluta pur riducendole, nel dissennato gioco al taglio selvaggio, spessore emotivo, tematiche e sentimento, una Nikita sregolata insomma, mentre leggendola, l'approccio è più sfaccettato. 
E diamo pure un'occhiata al film, visto che ci siamo. L'incipit, dicevamo, è il medesimo del libro: l'amata nipote del magnate Vanger regalava allo zio un quadretto con fiori e foglie essiccate e sottovetro ad ogni compleanno. Dopo la misteriosa scomparsa della ragazza però, avvenuta anni or sono, l'invio continua misteriosamente a perpetrarsi nel tempo, e Vanger non si spiega questo girare il coltello nella piaga. Ma tutti sapremmo, (con certezza alla fine), che se uno di questi quadretti fosse stato sottoposto al genietto Lisbeth, questa ne avrebbe sviscerato non solo la provenienza, la sostanza, ed il mittente, ma pure il numero della cassa di Ikea dove era stato comprato, a che ora,  il nome della cassiera che aveva battuto lo scontrino, nonché la marca del chewingum che la medesima stava ciancicando in quell'istante. 
Certo il libro sarebbe durato 40 pagine ed il film  mezz'ora! 
E come lo infinocchiamo l'utente finale poi?!
Ed allora continuiamo a farci del male... comunque... mentre tutto il libro, nonostante il bradipesco evolversi, è permeato di profili psicologici, personaggi e personaggini di contorno a volte anche fondamentali per la storia (vedi la figlia di Mikael, vero passe partout per la soluzione finale, nel film segata senza pietà),  nella trasposizione cinematografica si centrifugano tutte le chiavi di volta, snellendo a più non posso ed esautorando, assieme ai tempi morti, pure impulsi passionali, frustrazioni psicologiche, sensi di colpa, coinvolgimenti affettivi, innamoramenti in embrione, conflitti interiori, e facendo fuori tout court, i personaggi e personaggini, di contorno e non,  puntando tutto sull'effetto visivo e qualche scena shock dal sicuro appeal, ma bruciandone anche qualcuna, di scena chiave, come il mitico primo incontro tra Mikael e Lisbeth - quello che resuscita il libro a pag 389...  
e se lo hai letto il libro, mentre guardi il film ti sembra di assistere ad un avanti-veloce che quasi cerchi il telecomando per ripristinare i tempi originali.
Quindi in estrema ma efficace sintesi: libro una palla spesso irritante e insulsa e film troppo frenetico, ma sempre insulso fino all'irritante.
Se proprio necessario, fruire del film all'oscuro del libro.
Ma il consiglio spassionato e che fruiremmo meglio del nostro tempo 
rimanendo serenamente all'oscuro di entrambi. 
Sequel compresi, ovviamente.

Eppure sulla scia di Larsson certa "giallologia" nordica ha invaso l'Europa.. speriamo, almeno, di aver reso la pariglia con i nostri Cam(omi)lleri...

28 commenti:

  1. Io vidi il film senza leggere il libro. Il film lo giudicai a mala pena sufficiente. La letteratura nordica non mi ha mai convinto men che meno in fatto di gialli

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  2. Ho letto la trilogia anni fa e ricordo di essermene appossionata molto. Ma io sono una che più i libri sono infiniti, più ci sono digressioni e descrizioni, più è contenta. Il primo, quello letto da te, è decisamente migliore rispetto ai seguenti per cui, sì, non leggerli visto il tuo giudizio!
    Il film è 'na merda. Ma quasi (QUASI) tutti i film tratti da romanzi fanno cagare.

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  3. Aggiungi alla lista anche 50 sfumature di... una merdaccia colossale!

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  4. Ho letto col consueto piacere la tua gradevolissima recensione e mi sono compiaciuto nel constatare che, all'occorrenza, anche tu sai stroncare. Quanno ce vo' ce vo'! Bene!
    Unico rammarico è che dopo aver incrociato termini per me ignoti e indecifrabili, come: "bradipesco", "permeato", "esautorando", "giallologia", mi è venuta l'orticaria e ho dovuto riparare al pronto soccorso, da dove ti scrivo, augurandoti una buona domenica
    .
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    .
    ^___*

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    1. ..grandissimo Guardiano..spero ti dimettano presto..del resto, nonostante le bradipesche tempistiche, certi Pronto Soccorso che sembrano ormai esautorati di ogni dignità risultano miracolosamente permeati di straordinaria efficacia. Un mistero che meriterebbe di riempire scaffali della giallologia italiana

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  5. Premetto che non mi piacciono i libri gialli, che poi costituiscono la letteratura del momento. Figuriamoci poi se tali “capolavori” sono parte di una trilogia: allora per me sono detestabili. Capisco che la produzione letteraria a volte è fatta per inquietare e scuotere la coscienza del lettore; ma possibile che non si riesca a farlo in modo diverso, senza che ci siano di mezzo omicidi, serial killer, effetti speciali e sparizioni di personaggi e di cadaveri? Io comunque lo dico sempre: ogni tanto bisognerebbe leggere brutti libri (nel nostro panorama editoriale non mancano) e vedere qualche film tratto dagli stessi, per il puro piacere di poterli stroncare, sia gli uni che gli altri. Però ti confesso, caro Franco, che forse sarò un masochista in altri campi, ma qui Io non ci riesco e così mi perdo quella duplice soddisfazione. :-)

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  6. Bene bene. Sconsigli e ti credo risparmiandomi un'incazzatura.

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  7. io ho molto apprezzato quel libro...
    il film [versione hollywoodiana] poi l'ho proprio aspettato con ansia!

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    1. ..ecco.. io vorrei sapere come mai tanti passano sopra gli indizi facendosi infinocchiare per quattrocento pagine.. perché nessuno si pone domande? Perché?!?

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  8. Uno dei migliori film visto di recente. Veramente scritto e fatto bene!

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  9. Ecco, la "giallologia" è materia che non mi prende e non mi intriga.
    Che posso farci?

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  10. già il titolo è irritante...per me.
    personaggini...ahahah mi hai ricordato il mio Presidente della Regione che, ne fa un uso spropositato del termine.

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  11. Io ho letto, o meglio iniziato a leggere il libro, 'na noia colossale, ma, e qui prevedo da te fulmini e saette i film, dico tutti i film che sono usciti mi sono piaciuti, cioè il primo tantissimo, gli altri scemando...
    Invece allacciandomi a quello che ha scritto Xavier, 50 fu mature di grigio e i colori a presso, mi sono rifiutata di leggere e di vedete il film.
    Mi e' sembrato la brutta copia, solo leggendo la trama, di Histoire d'O, che per me e' un capolavoro, del genere erotico.
    Ciao Franco.

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  12. Solitamente si dice che i libri siano superiori ai film, che un film insomma "sia meno" del libro. Il più delle volte è vero, ma non sempre.
    Poi ci sono casi in cui fa schifo sia il film che il libro, non ho letto ne visto questo ma dal tuo post evinco che non sia stato un male ^^

    Ciao :)

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  13. Il dato più interessante è che hai letto l'intero libro solo grazie a un incipit ben architettato... fa pensare a quanto valga la pena riscrivere quelle prime pagine fino alla perfezione!
    PS: non leggerò di certo il libro a questo punto! Forse però guarderò il film, se mi capita l'occasione!

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  14. Vedi i gusti come son differenti... io ho letto tutta la trilogia, hai presente il volume di pagine? Ebbene l'ho divorata in dieci giorni mi son letta tutto.

    Estate a casa, praticamente l'ho vissuta con Larsson. Quando ho saputo che era morto e che non avrebbe più potuto scrivere, per me è stato un enorme dispiacere, dico sul serio, non avrei avuto più possibilità di perdermi nelel sue parole.

    Il film, ho visto la versione svedese in tre film (che seguono i tre libri) e non mi è dispiaciuta. Credo ne abbiano fatto un'latro che raggruppo tutto in uno, ma mi son rifiutata.

    Oddio solo a scriverne, mi è venut avoglia di rileggerlo :D

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    1. ..non posso crederci!! ..davvero TU ti sei fatta turlupinare con oltre trecento pagine di fuffa?!?

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    2. La trilogia è bellissima!
      Fa quello che deve fare un romanzo del genere, ti prende, ti avvinghia, ti fa partecipare e parteggiare, ti fa voglia di leggere il secondo e il terzo.

      A me personalmente quetsi tre monazi mi hanno fatto staccare dal mondo, e io i libri che ci riescono, perchè ormai son pochi.

      Poi io amo profondamente gli scrittori del nord europa.

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  15. Grazie per la tua recensione sia sul libro che sul film, da cui si evince, caso mai ce ne fossimo dimenticati, come tutto sia prettamente, strettamente SOGGETTIVO!!!!

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    1. Spero che Cincia Dea vorrà perdonare se m'intrometto nella discussione, ma credo che "soggettivo" riguardi soltanto il "mi piace" oppure "non mi piace", ovvero il gusto di ciascun spettatore; per quanto riguarda il valore (oggettivo) di un'opera
      (sia essa film, romanzo, dipinto) è tutto un altro discorso, qui entrano in gioco competenza, esperienza specifica, attitudine all'esegesi, etc.
      Buona serata.

      P.S.
      @ Franco
      Si può sapere che fine hai fatto e perchè diserti il tuo secondo blog !?!
      .
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      .
      ^___*

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    2. Caro Guard. del Faro, l'oggettività nel discernere di un'opera (film-libro-dipinto-opera teatrale- .....) e' sempre soggettiva. Nessuno può asserire in senso assoluto della bellezza i bruttezza di quanto sopra menzionato; lo dichiarerà sempre dal duo punto di vista.

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  16. Chiedo scusa per gli errori ortografici: *o...*suo....

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    1. I concetti di bellezza o bruttezza riguardano il gusto, ad esempio: a me piace il gelato al pistacchio e a te alla nocciola ... e qui ognuno è libero di esprimersi legittimamente; ma se si parla di "genuinità" di tali gelati, allora bisogna ricorrere agli esperti, che ne conoscono composizione e sanno scorgervi eventuali adulterazioni.
      Grazie, gentile amica, per il garbato e sollecito riscontro ^__*

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    2. Come spiegavo alla mia carissima amica.. un thriller deve essere legato a regole ben precise, spietate anche, che lasciano pochissimo spazio alla soggettività intesa nel senso più farfallistico... caro Guardiano chiedo umilmente perdono.. sono straoberato di lavoro che mi lascia spazi irrisori.. sto tentando di rimettere in ordine ritmi e priorità in modo da tornare ai miei vecchi livelli e onorare i miei carissimi amici di blog..
      ce la posso fa'.. fate il tifo per me!

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  17. Vargas Llosa in una sua recensione della Trilogia sul Pais ha paragonato Stieg Larsson come scrittore a Hugo, Dumas e Dickens. La riprova che le valutazioni sono SEMPRE soggettive.

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    1. ..minchia che me dici.. Hugo.. lo amo .. infatti L'uomo che ride se ne sarebbe fatte di risate con Larsson...

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