venerdì 27 dicembre 2013

CRONOPATIA


Questo fantasticamente geniale (a mio avviso) microracconto  
è tratto da una raccolta di Tullio Dobner 
(noto anche per essere uno dei principali traduttori di Stephen King) intitolata "I libri che perdevano le parole" 
e volevo fortemente rendervi 
partecipi dell'emozione che mi ha trasmesso:


"Si alzò in anticipo per passare alla botteguccia in fondo alla via. Saltò la colazione. 
Era già davanti alla porta prima che arrivasse l'orologiaio. 
- Cosa ti serve figliolo? - chiese il vecchietto mentre apriva e lo faceva entrare. 
- Questo orologio va indietro - spiegò il giovane. 
Era un vecchio orologio con carica a molla automatica, si alimentava con i movimenti del braccio. 
Era fermo perché lo teneva da mesi nel cassetto. 
- Vuoi dire che resta indietro -, 
lo corresse il vecchietto esaminandolo. 
E lo agitò con delicatezza per farlo partire. 
- No, va indietro - insisté il giovane.
 - Vuoi dire che resta indietro - 
lo corresse il vecchietto esaminandolo. 
- Questo orologio va indietro - spiegò il giovane. 
- Che cosa ti serve figliolo? - chiese il vecchietto mentre apriva e lo faceva entrare. 
Era già davanti alla porta prima che arrivasse l'orologiaio. 
Saltò la colazione. 
Si alzò in anticipo per passare alla botteguccia in fondo alla via."



Volevo fortemente rendervi partecipi dell'emozione che mi ha trasmesso, tratto da una raccolta intitolata 
"I libri che perdevano le parole",
di Tullio Dobner,  (noto anche per essere uno dei principali traduttori di Stephen King),
questo microracconto, 
(a mio avviso) 
fantasticamente geniale.

9 commenti:

  1. A CHIACCHIERE se non ci si mette d'accordo su un riferimento.

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  2. Ahaha, bellissimo microracconto e post geniale! Bravo Lampur!
    Post geniale e microracconto bellissimo, ahaha!

    Moz-

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  3. Fantastico, secondo me dovresti aprire un blog.

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  4. Salto a mia volta indietro e metto subito nella mia lista questo "I libri che perdevano le parole" (titolo geniale e sinistramente profetico...)

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  5. Devo dire che pur non essendo mio il racconto, i due commenti rovesciati mi piacciono da morire e anche se il racconto non è mio, ci muoio a far piacere commenti alla rovescio, dirlo era dovuto.

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